Vertenza Microport Saluggia, Piva (Femca Cisl P.O.):”Lavoratori usa e getta, non persone ma costi”
La società ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per 28 persone il 17 gennaio 2022. Il conseguente confronto sindacale per ridurre l’impatto degli esuberi è stato l’esempio paradigmatico di come un’azienda può NON ESSERE SOCIALE: una vicenda triste e sofferta, dove le Relazioni Sindacali hanno raggiunto livelli PESSIMI! La trattativa ha visto da subito una CHIUSURA TOTALE da parte aziendale! Neanche gli interventi dei Sindaci, dei politici locali, della Giunta regionale del Piemonte e del Vescovo di Vercelli hanno smosso le coscienze della direzione francese della società di proprietà cinese (la multinazionale Microport Scientific Corporation con sede legale internazionale alle isole Cayman – 780 milioni di $ di fatturato nel 2021, con una crescita del 20% rispetto al 2020). E’ stato subito messo in chiaro che i lavoratori coinvolti non erano persone o risorse, ma COSTI! NO ai COSTI per accedere agli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro. NO ai COSTI per la formazione, anche se questa è finanziata dalla regione Piemonte che l’ha proposta per ben 3 incontri, ma il tempo per la formazione è un COSTO!
Quindi per ridurre i COSTI del personale e salvaguardare una parte dell’esubero, hanno proposto, solo pochi giorni prima del termine per l’avvio dei licenziamenti, un part- time per tutti gli operai. Alla richiesta di tempo per gestire il cambiamento della riduzione dell’orario: un mese? NO! Qualche giorno? NO! Allora si propone di sottoscrivere un accordo per un anno, prorogabile: NO! Dovete sottoscrivere il passaggio part time a tempo indeterminato, è questione di COSTI!
Alla fine però l’azienda ha speso volentieri i suoi soldi per gettare fuori i lavoratori, un incentivo di oltre un anno di stipendio pur di liberarsi delle loro “risorse umane”. Si incentivano le dimissioni volontarie ma: tempo 3 giorni per decidere! Queste poche righe riassumono una procedura di licenziamento durata 75 giorni, che alla fine ha coinvolto 25 persone, dove dal primo all’ultimo momento l’azienda non ha lasciato margine a nessuna apertura per gestire una situazione complicata che portava già gli strascichi delle 43 persone uscite nel 2019.
Ci siamo sentiti dire che facevamo richieste impossibili e irresponsabili rispetto al bene di chi nell’azienda avrebbe continuato a lavorare. Ma le proposte avanzate dal Sindacato erano previste dalle leggi per la salvaguardia di TUTTI i posti di lavoro, non solo delle persone che erano in eccedenza, ma anche per chi rimarrà in una realtà dove le persone sono solo COSTI! La prima vittima di questa triste incarnazione delle RELAZIONI SINDACALI nel 2022 è il delegato sindacale Gianpaolo Piolatto, a cui va la nostra solidarietà, che nonostante i suoi 23 anni di contributo lavorativo viene LICENZIATO per PRIMO, dopo il fallito tentativo dell’azienda di fargli un provvedimento disciplinare. O sono costi o sono scocciature. Nel 2020 Microport, qualche anno dopo l’acquisizione del ramo PACE MAKERS della ex Sorin di Saluggia, ha potuto impiantare in Cina il primo Pace Maker interamente “made In China”. Trasferita la tecnologia italiana, i lavoratori italiani non servono più a nulla e COSTANO. Quelli che restano sono avvisati.
Barbara Piva – Segretaria generale – Femca CISL Piemonte Orientale
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