Scorie nucleari, delegazione Cisl ai siti di Trino ed Eurex di Saluggia
Creare una filiera nazionale di matrice industriale, in grado di sfruttare al meglio le opportunità legate allo smaltimento delle scorie nucleari (decommissioning) degli impianti presenti sul territorio italiano. È la proposta che ha lanciato la Cisl, in occasione della visita ai siti vercellesi di Sogin del 12 luglio scorso: la Centrale Nucleare Enrico Fermi di Trino e l’Impianto Eurex di Saluggia.
La delegazione Cisl era composta da Luca Caretti, Elena Ugazio, Roberto Bompan e Tommaso Di Lauro della Cisl territoriale, da Alessio Ferraris della Cisl Piemonte e da Andrea Cuccello e Carlo Meazzi, segretari nazionali di Cisl e Flaei Cisl.
“Oltre alla Sicurezza nucleare e alle ricadute che essa è in grado di produrre – spiegano i segretari generali territoriale e regionale Cisl, Luca Caretti e Alessio Ferraris -, la Cisl punta alla riqualificazione ambientale dei territori, per dar vita a nuove opportunità di sviluppo e buone pratiche. Laddove, nel Paese, non sono state adottate adeguate cautele e attenzioni, i territori hanno purtroppo subito pesanti conseguenze, al punto di veder rallentati o addirittura compromessi potenziali progetti e tentativi di sviluppo. La sicurezza nucleare è un bene prezioso che si riverbera sull’ambiente, sulle popolazioni e sull’immagine delle comunità”.
Per la Cisl territoriale, la riqualificazione ambientale vercellese passa anche dalla realizzazione di importanti infrastrutture come il progetto “VENTO”: dorsale cicloturistica sul fiume Po, la pista ciclabile sul Canale Cavour e dalla sistemazione idraulica di alcuni nostri importanti Canali irrigui. Per generare un “nuovo indotto”, oltre a mantenere sul territorio le conoscenze tecniche e le risorse necessarie al decommissioning, sono queste le “altre sfide” su cui la Cisl del Piemonte Orientale intende puntare, al fine di traguardare una migliore attrattività sul piano turistico, far crescere l’economia e sostenere un’occupazione di qualità.
Sul nucleare occorre riguadagnare un ruolo nel campo dell’innovazione della ricerca, dell’alta formazione, sviluppando insieme a Sogin e ai “Distretti tecnologici locali” un rilevante rapporto con le Università e la Comunità scientifica internazionale.
“Restituire dignità e ruolo ai lavoratori impegnati in questa importante sfida, è centrale”: concludono i segretari Cisl Caretti e Ferraris.
L’auspicio della Cisl è che la politica possa prendere in seria considerazione gli aspetti strategici in grado di determinare l’accelerazione dei processi di sviluppo, a cominciare dalla pubblicazione della CNAPI: Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il Deposito Nazionale e il Parco Tecnologico, senza i quali il Paese continuerà ancora a temporeggiare e a sprecare ingenti risorse economiche, attinte dalle tasche dei cittadini attraverso la bolletta elettrica.
“Dopo quasi 20 anni di attività della Sogin, l’azienda di stato che ha il compito di smantellare le centrali atomiche italiane, dobbiamo constatare – sottolineano i segretari nazionali Cisl e Flaei Cisl, Andrea Cuccello e Carlo Meazzi – che dei 3,7 miliardi di euro, pagati dagli utenti con gli oneri nella bolletta elettrica, solamente 700 milioni sono stati utilizzati per lo smantellamento. Il resto è stato speso per costi di gestione (1,8 miliardi) e per il trattamento in Francia e Regno Unito del combustibile radioattivo da noi prodotto (1,2 miliardi). È fondamentale che il Governo individui un deposito nazionale per i componenti rimossi dagli impianti, i fusti ed il combustibile di ritorno dagli impianti di trattamento, che garantisca sicurezza per la popolazione e salvaguardia per l’ambiente e crei anche nuova occupazione”.
Rocco Zagaria e Tommaso Di Lauro
Categoria: Territorio