Chiude lo stabilimento Cerutti di Vercelli
Salvo l’impianto Cerutti di Casale Monferrato dove lavoreranno 130 persone. Accordo su 163 esuberi e cassa integrazione fino a gennaio 2021 per i 290 dipendenti
Sono una ventina i chilometri che separano i due stabilimenti delle Officine Meccaniche Cerutti, specializzate nella produzione di macchine e attrezzature per la stampa. Il primo situato nella frazione Larizzate di Vercelli e il secondo a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria. Ci lavorano complessivamente 290 persone: 140 nel primo, 150 nel secondo. Dopo una lunga e travagliata crisi finanziaria e di mercato, il Gruppo Cerutti ha deciso di chiudere lo stabilimento di Vercelli e di tener in vita, seppur a ranghi ridotti, quello di Casale Monferrato. La difficile situazione del Gruppo, aggravata dalla crisi profonda del settore stampa e anche dall’emergenza Covid – che ha fatto scappare i due investitori esteri (uno messicano e l’altro canadese) che avrebbero potuto forse rilanciare l’impianto vercellese – ha imposto scelte drastiche e dolorose come la chiusura, dopo 50 anni di storia, dell’impianto vercellese. Dopo giorni di tensione e mobilitazione si è arrivati a un accordo tra azienda e sindacati. I 163 dipendenti dichiarati in esubero saranno collocati in cassa integrazione straordinaria fino al 31 gennaio 2021, con la speranza che venga poi prorogata a luglio 2021. Il nuovo piano industriale prevede per i prossimi tre anni la cessione di ogni attività in favore di una newco, attiva nello stabilimento di Casale Monferrato, che impiegherà 128 addetti dei 290 totali. La buonuscita messa a disposizione per chi decide di lasciare volontariamente l’attività, in questo arco di tempo, sarà di 15 mila euro lordi.
“La crisi della Cerutti inizia nel 2009 – racconta Sergio Mazzola, componente della Segreteria Fim del Piemonte Orientale – quando negli impianti di Vercelli e Casale erano occupate 740 persone. In questi anni siamo riusciti, con vari interventi, ad accompagnare più di 350 lavoratori alla pensione. Dal 2018 tutti gli attuali dipendenti sono passati a part-time perché sono terminati gli ammortizzatori sociali. Non abbiamo mai lasciato indietro nessuno e, nonostante si trattasse di due distinti impianti, abbiamo sempre agito e preso decisioni come se fosse un unico sito”. L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che incontrerà a breve le parti interessate, ha dato piena disponibilità a valutare tutti i possibili interventi per aiutare e rilanciare la storica azienda vercellese che è in arretrato con gli stipendi ai lavoratori di 4-5 mensilità. “Quella della Cerutti – spiega Salvatore Pafundi, segretario generale della Fim Alessandria-Asti – è una storia difficile e complicata che si trascina da anni. L’accordo che abbiamo firmato è stato molto sofferto, ma era l’unica soluzione per evitare il fallimento, ormai dietro l’angolo. Abbiamo individuato una via di uscita e una possibilità concreta di sviluppo futuro per le 130 persone che rimarranno al lavoro. Cercheremo con tutte le nostre forze di percorrerla e di metterla in atto”.
Rocco Zagaria
Categoria: Emergenza COVID-19, Focus