Tra prudenza e voglia di normalità: prove di ripartenza nella Fnp piemontese. Viaggio nella fase 3 dei nostri territori
“Vogliamo ricominciare a dare il nostro contributo. Con le dovute precauzioni, i dispositivi di protezione e tutto ciò che è necessario, ma non metteteci da parte perché siamo anziani, altrimenti il messaggio è che siamo inutili alla società”. Sono le parole di Giorgio Melelli, collaboratore della Fnp Alessandria-Asti che opera nelle due sedi del capoluogo alessandrino, uno dei primi a dare la propria disponibilità a tornare in prima linea, nel territorio che in Piemonte è stato forse il più critico. E’ prudente infatti l’atteggiamento del Segretario Generale Fnp Alessandria-Asti Franco Porcelli: “Dei nostri 70 collaboratori 3 sono stati colpiti dal coronavirus, con esito fortunatamente positivo, e circa il 10% ha avuto contatti con la malattia avendo casi tra i familiari. Non nascondiamo quindi che ci siano paura e titubanza, nonostante ciò ci stiamo attrezzando per la ripartenza e piano piano ricominciamo a garantire la presenza nelle sedi soprattutto in funzione dell’accoglienza ai servizi. La parola d’ordine è sicurezza: tutti i locali sono stati sottoposti a sanificazione e attrezzati con gli strumenti atti al distanziamento”. Tortona, con 130 vittime su 27 mila abitanti circa, è la cittadina più colpita del Piemonte. Il Coordinatore RLS Silio Simeone commenta: “Qui tutti i cittadini rispettano le disposizioni previste per la sicurezza, abbiamo vissuto in prima linea l’emergenza. Il nostro ospedale è stato il primo a diventare esclusivamente covid, con 120-130 posti dedicati. Per quanto riguarda la nostra sede questa è la settimana di collaudo per tornare a regime dal mese di giugno. Tutti i collaboratori si sono messi a disposizione per consentire la ripartenza”.
Sulla stessa linea il Piemonte Orientale, che in questi giorni sta riorganizzando la presenza di coordinatori e collaboratori nelle 21 RLS. Il Segretario Generale Fnp Enrico Zanolini si è trovato a gestire l’emergenza un mese e mezzo dopo essere stato eletto: “Ad oggi abbiamo 60 persone operative, abbiamo sostituito coordinatori e collaboratori che per motivi di salute al momento non possono riprendere servizio con altri volontari che hanno dato la propria disponibilità. Diffusissimo è il desiderio di tornare all’opera”. Giorgio Corradin, Coordinatore RLS di Biella aggiunge: “Abbiamo passato un momento tragico, ma è ora di ripartire. Ce lo chiede la nostra gente. Anche durante la chiusura, soprattutto nell’ultimo periodo, i nostri militanti venivano contattati dai compaesani per avere informazioni sulle modalità di domanda delle varie misure di sostegno al reddito e alle famiglie introdotte dal Governo. I pensionati sono fondamentali per l’accoglienza nelle sedi Cisl, soprattutto dalla settimana scorsa, quando è cominciata la campagna fiscale”.
Il Segretario Generale Fnp Cuneo Matteo Galleano confessa di aver continuato ad essere presente nella sede territoriale con continuità anche durante il lock-down: “Con il nostro operatore abbiamo curato l’uscita settimanale della Newsletter “Il Respiro” per dare un segnale di vicinanza a tutti i nostri iscritti. Con la riapertura del 4 maggio ci siamo attivati in collaborazione con la UST per attrezzare le sedi di tutta la provincia con i dispositivi di protezione più idonei a far sì che si potesse ripartire subito in sicurezza e dal 18 maggio tutti i coordinatori RLS e alcuni collaboratori sono tornati operativi. Dalla seconda settimana di giugno contiamo di riprendere anche l’attività nei recapiti”. Un po’ di preoccupazione c’è, ma è più forte la voglia di normalità, lo conferma anche Edoardo Giovannini, Coordinatore RLS di Mondovì: “Nella nostra zona la criticità più grande sono stati i focolai nelle case di riposo: moltissimi i pazienti contagiati nelle RSA di Villanova, Vicoforte e Mondovì e tra di essi c’erano anche nostri iscritti che purtroppo non ce l’hanno fatta. Nonostante questo la sede Cisl non ha mai chiuso e anch’io forse un po’ incoscientemente ho continuato a presidiarla quando necessario. Per fortuna possiamo contare su un gruppo di “giovani” collaboratori tra i 55 e i 65 anni: il ricambio ci ha aiutato e ora siamo pronti per la ripartenza”.
Nella Fnp Torino Area Metropolitana e Canavese sono 75 i coordinatori e collaboratori che nelle ultime due settimane hanno già ripreso l’attività. Il Segretario Generale Giorgio Bizzarri commenta: “I nostri pensionati hanno risposto con entusiasmo per la ripartenza. Nella prima settimana di maggio abbiamo provveduto ad attrezzare le sedi secondo la normativa e da giugno si aggiungeranno altre risorse. Tra i nostri militanti ci sono numerosi ultra 80enni e a loro chiediamo più prudenza. Uno solo dei collaboratori è stato contagiato dal coronavirus, ma è perfettamente guarito e pronto a riprendere servizio. Alcuni non se la sentono ancora, naturalmente comprendiamo e rispettiamo la volontà di ognuno. Salute e sicurezza devono sempre essere al primo posto”. Ovviamente Torino ha riportato i numeri assoluti più alti, Giovanni Zanotti, Coordinatore RLS di Torino sud, commenta: “Nella nostra zona rientra il quartiere Santa Rita, che possiamo definire il più anziano della città. Tra i nostri iscritti abbiamo registrato 44 decessi, sicuramente un numero notevole, ma cerchiamo di mantenere la calma. Più che la paura, quello che si percepisce è il disorientamento delle persone, è ancora più importante quindi tornare a presidiare il territorio, svolgendo il nostro ruolo di punto di riferimento”. Tiziana Salmistraro, coordinatrice RLS di Pinerolo, ci lascia una riflessione sul futuro: “Mi auguro che quello che abbiamo passato sia l’occasione per attrezzarci per il futuro. Abbiamo capito che, senza perdere il contatto umano, è possibile spendere meno risorse economiche e di tempo in spostamenti. Molte riunioni possono essere fatte anche a distanza, bisogna però dotarsi degli strumenti necessari. Quello che si risparmia va destinato a migliorare le sedi e i luoghi dell’accoglienza”.
Stefania Uberti
Categoria: Attualità, Emergenza COVID-19