Proposta: pensione a quota 104 con flessibilità, è possibile?
Attualmente la pensione anticipata (ex anzianità) si ottiene con 43 anni di contributi per gli uomini e 42 anni per le donne (finestra compresa). Gli anni di lavoro richiesti, per questa pensione sono troppi, quindi rendono difficile la possibilità di percepirla. Il lavoratore spesso arriva prima alla pensione di vecchiaia (67 anni di età), rispetto alla pensione anticipata. Per renderla accessibile a più lavoratori, a partire dal 2019 è stata istituita quota 100 in cui erano richiesti solo 38 anni di contributi e 62 anni di età. Da gennaio 2022 si è passati a quota 102: sempre 38 anni di contributi ma 64 anni di età. Queste due pensioni hanno avuto meno successo di quanto si sperava in quanto
con 38 anni di contributi l’importo non è risultato soddisfacente, quindi in molti hanno continuato a lavorare. In questi giorni il Governo e le organizzazioni sindacali, si stanno confrontando per cercare delle soluzioni per il 2023. Visto il poco tempo a disposizione la soluzione che sembra più probabile è la proroga, anche per il prossimo anno, di quota 102. Se così saranno le cose avremo la stessa situazione attuale:
1) la normale pensione anticipata che pretende 42 e 43 anni di contributi;
2) quota 102 con i soli 38 anni di contribuzione. Questa situazione, continuerà a non essere soddisfacente e pertanto a creare grosse difficoltà ai lavoratori, visto l’alto numero di anni richiesti, nel primo caso, mentre nel secondo l’importo, per via dei 38 anni continua ad essere non soddisfacente. Quindi sarebbe necessaria una nuova pensione anticipata, che si collochi tra le due attualmente esistenti, dando più possibilità di scelta al lavoratore. Pertanto, ci permettiamo di indicare, a chi di dovere, una nuova pensione, che abbiamo denominato:” quota 104 flessibile.
Questi sono i requisiti: 40 anni di contributi con 64 anni di età, già previsti in quota 102. Ora vediamo come si potrebbe applicare la flessibilità: con 41 anni di contributi si ottiene la pensione con 63 anni (1 anno prima), con 42 anni di contributi l’età si abbassa a 62 anni (2 anni prima). C’è anche la flessibilità in riduzione: con 39 anni di contributi si potrà lasciare il lavoro con 63 anni (1 anno prima) ma con una riduzione, in percentuale, dell’importo; con 38 anni di contributi l’età richiesta sarà di 62 anni (2 anni prima), naturalmente con doppia riduzione. Sarà la contrattazione, tra le parti, a stabilire la percentuale di riduzione. Il limite di età oltre cui non si può scendere è 62
anni. La scelta della flessibilità è libera e riservata al lavoratore. Riteniamo che quota 104 flessibile ampli notevolmente le possibilità di accesso ad una pensione anticipata, infatti sarà possibile ottenerla andando dai 38 anni ai 43 anni di contributi e naturalmente con più anni di contribuzione l’importo è maggiore.
Un ventaglio così ampio di possibilità attualmente non c’è. Per quanto riguarda la sostenibilità della spesa lasciamo che sia la contrattazione a definirla, nella speranza che l’aspetto sociale venga tenuto presente. La nostra proposta vuole essere, se possibile, un contributo alla contrattazione attualmente in corso.
Angelo Vivenza
Categoria: Fisco e previdenza, Focus