Il taglio vale come detto per le pensioni superiori ai 100mila euro lordi a calcolo retributivo o misto, è su cinque aliquote marginali che vanno dal 15% al 40% e avrà una durata quinquennale. I risparmi previsti dal governo, al netto delle fiscalità, sono appena superiori ai 415 milioni di euro in termini cumulati, meno del 5% di quanto si spenderà nel prossimo triennio per pagare “quota 100”.
Gli assegni saranno ridotti del 15% per la quota d’importo da 100mila a 130mila euro; del 25% per la quota da 130mila a 200mila euro; del 30% per la quota di importo da 200mila a 350mila euro; del 35% per la quota da 350mila a 500mila; del 40% per la quota d’importo eccedente i 500mila euro. Ai fini dell’individuazione dell’importo pensionistico complessivo superiore a 100.000 euro rilevano gli importi lordi su base annua di tutti i trattamenti pensionistici diretti. Non sono invece considerate le pensioni di invalidità e quelle riconosciute a vittime del dovere. Salvi dal taglio anche i pensionati che hanno effettuato la totalizzazione e hanno quindi un assegno calcolato esclusivamente con il sistema contributivo.
In giugno scatterà anche il recupero in conguaglio della nuova perequazione all’inflazione delle pensioni per i primi tre mesi dell’anno, mentre entro fine mese sarà rilasciato a tutti i pensionati il certificato (modello OBIS/M ), la consueta anagrafica che solitamente viene diffusa in gennaio e che conterrà l’aggiornamento anche sulla nuova perequazione.
Tornando alle pensioni elevate vale segnalare che la fascia di frequenza più alta della platea è tra 120 e 140mila euro. La riduzione media annua del reddito pensionistico dovrebbe oscillare dall’1,36% per la fascia da 110mila euro e salirà al 24% per i pochissimi che si collocano sopra la soglia dei 500mila euro lordi. Considerando che stiamo parlando di contribuenti con l’Irpef al 43%, è come se nei prossimi cinque anni, solo per questi redditi, l’Irpef salisse dal 44,3% fino al 67 %.
Oggi intanto Pasquale Tridico verrà ascoltato dalla Commissione Lavoro del Senato nell’ambito della procedura di perfezionamento del suo incarico. All’economista sono stati attribuiti lo scorso 14 marzo i poteri del presidente e del consiglio di amministrazione insieme con il vice, Adriano Morrone. Il parere della Commissione è atteso entro il 22 maggio.
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