Riparto fondi sociali nazionali
Nei giorni scorsi in Conferenza Unificata è stata raggiunta l’intesa sui decreti di riparto di alcuni importanti Fondi sociali nazionali per il 2018, la cui entità complessiva ammonta a circa 747,5 milioni di euro.
Più nel dettaglio dei provvedimenti: il Fondo Politiche Sociali ha una dotazione di 275,964 milioni di Euro (di cui 266,731 per le Regioni); il Fondo per le Non autosufficienze ammonta a 462,200 milioni di Euro (di cui 447,200 per le Regioni), il Fondo Famiglia è di 4.42 milioni di euro ed il riparto delle risorse per i neo maggiorenni con provvedimenti giudiziari – afferenti al Fondo povertà – è di 5 milioni di euro (entrambi interamente destinati alle Regioni).
Da un punto di vista dell’ammontare dei Fondi questi risultano inferiori rispetto allo stanziamento del 2017 e pertanto largamente insufficienti sia per colmare i divari territoriali sia ad espandere l’offerta di servizi – anche se c’è da considerare che dal 2018 le Regioni possono contare anche sulla “quota servizi “del Fondo di contrasto alla povertà. Al contempo però alcune novità nei meccanismi di governance avviano un percorso – ancora agli esordi e da verificare nelle prospettive – che ristabilisce una programmazione nazionale ed un monitoraggio degli interventi delle politiche sociali, in vista della definizione dei livelli essenziali.
Infatti, rispetto al Fondo nazionale Politiche Sociali insieme alla ripartizione delle risorse si è proceduto ad adottare il primo Piano Nazionale Sociale (se si esclude il Piano nazionale varato all’indomani della Legge 328/2000) relativo al triennio 2018-2020, previsto dall’art.21 del Decreto Legislativo 147/2017 di introduzione del ReI.
Si tratta di un Piano ‘di transizione” che pur mantenendo ancora un certo grado di libertà nell’utilizzo delle risorse con una ampia matrice di macrolivelli e aree di intervento, richiede che queste siano destinate per almeno il 40% al rafforzamento degli interventi e servizi dell’area infanzia e adolescenza.
La scelta discende, oltre che dall’urgenza di un investimento sulle giovani generazioni, anche dal fatto che la “specializzazione” dei Fondi nazionali non prevede più una specifica voce di bilancio ad essi dedicata.
Per gli interventi finanziabili, atteso che per quanto concerne accesso e presa in carico valgono gli obiettivi trasversali a tutte le aree di utenza definiti nel Piano povertà, si confermano tutti quelli di sostegno alla famiglia in cui vivono minori ed al loro contesto di vita, compresi i servizi socio-educativi territoriali. A questo proposito il Piano
specifica che a partire dal 2019 il Fondo in oggetto non potrà più finanziarli perché inclusi ormai nel sistema integrato di educazione e istruzione 0/6 anni.
Nella logica della gradualità i criteri di riparto tra le Regioni permangono i medesimi degli anni precedenti, pur intendendo promuovere un percorso di revisione degli stessi
sulla base dei flussi informativi che si attiveranno con il sistema informativo in fase di rafforzamento.
In sede di consultazione delle parti sociali, nell’ambito della Rete della protezione sociale e dell’inclusione, come Cisl, abbiamo avanzato alcune osservazioni che sono state riprese nel testo del Piano (nel testo evidenziati in giallo gli interventi correttivi). In particolare abbiamo chiesto che: si tenga fede alla progressione graduale degli interventi verso la definizione dei livelli essenziali, vi sia un approccio integrato alla programmazione dell’intera gamma di servizi territoriali; l’investimento importante dedicato a bambini e ragazzi non faccia perdere l’attenzione, tra le aree di intervento, alla fragilità degli anziani; la pluralità delle linee di finanziamento mantengano l’unitarietà del sistema nell’area dei servizi socio educativi.
Infine nel corso della successiva approvazione avvenuta in Conferenza Unificata, l’Anci ha richiesto ed ottenuto che le Regioni procedano al trasferimento delle risorse del Fondo nazionale entro 60 giorni dalla loro effettiva disponibilità.
Per quanto concerne il Fondo Nazionale per le Non autosufficienze il decreto di quest’anno si limita a seguire i criteri e le modalità di riparto già utilizzati a partire dal
2016 (in particolare almeno il 50% delle risorse rivolto ai disabili gravissimi), senza alcun avanzamento rispetto alla stesura del Piano strategico nazionale e dei relativi livelli
essenziali. Ricordiamo che questi erano obiettivi concordati al Tavolo aperto presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con le parti sociali e l’associazionismo di categoria.
La complessa vicenda delle risorse del Fondo e della sua destinazione, che ci ha visto impegnati in continue pressioni, unitamente alla FNP, su tutte le istituzioni interessate, attesta ancora una volta la carenza di attenzione politica a fronte dell’assoluta urgenza di risposte adeguate per le persone non autosufficienti e le loro famiglie e la necessità di un quadro legislativo nazionale.
Per questo motivo, pur prendendo atto con favore dell’incremento dello stanziamento previsto dal Disegno di Legge di Bilancio per il 2019 – che dovrebbe portare il Fondo a
toccare i 573 milioni di euro – abbiano chiesto al Governo, in accordo con la FNP, che sia previsto un apposito provvedimento normativo collegato alla manovra in discussione che riformi in maniera organica la materia, superandone l’attuale approccio risarcitorio e l’insufficienza e frammentazione sia nella spesa che negli interventi offerti.
Infine rispetto al Fondo per le politiche per la Famiglia e le risorse per i neo maggiorenni sottoposti a provvedimenti giudiziari si conferma l’assoluta esiguità delle risorse a disposizione per questo settore strategico che necessità per un verso di investimenti, specie per lo sviluppo dei servizi e le misure di conciliazione vita/lavoro/cura e per l’altra di riorganizzare linee di finanziamento, misure e servizi per concentrarle sugli obiettivi prioritari e renderle maggiormente efficaci.
La necessità di non disperdere le risorse sarà quanto mai necessario a fronte della volontà del Governo di incrementare il Fondo con ulteriori 100 milioni di euro a partire dal prossimo anno.
Per avere un quadro completo dei provvedimenti adottati vi alleghiamo una scheda che sintetizza le risorse a disposizione delle politiche sociali territoriali, aggiornata al Ddl di Bilancio in discussione.
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