Come nasce un vaccino?
Ce lo spiega il dottor Domenico Somma, Ricercatore di Immunologia presso l’Università di Glasgow.
Fin dall’antichità si sapeva che le malattie gravi si prendono nella stragrante maggioranza dei casi solo una volta nella vita (“quello che non ti uccide ti rende piú forte”…beh, non è sempre così ma lasciamo perdere). E fin dall’antichità, per combattere il vaiolo per esempio, si prendevano un po’ di pustole di un guarito, si faceva un taglietto sulla cute di una persona sana e si metteva un po’ della pustola…spesso quella persona diventava “resistente” al vaiolo…certo, capitava che a causa di questo le persone sviluppassero proprio il vaiolo e morivano, ma il rapporto rischi/benefici era a favore del secondo (se ricordo bene si moriva 10 volte di meno) quindi si faceva. Quello che oggi sappiamo e che nelle pustole di un guarito c’era principalmente virus “morto”, che quindi “vaccinava” il soggetto ricevente…e se c’era virus vivo gli veniva il vaiolo.
Questo fino al 1796, quando un medico di campagna, Dr. Jenner, nota che i contadini che si prendevano il vaiolo bovino dalle mucche, una forma lieve di vaiolo, non si prendevano il vaiolo umano, cosí prende un po’ di queste pustole e le inietta in un bambino di 8 anni (niente esperimenti sugli animali per capire quale dose sarebbe stata opportuna, nessun controllo se la soluzione era priva di batteri, c’erano buone possibilità di ucciderlo), il bambino sviluppo il vaiolo bovino la prima volta. Poi dopo un mese ripetè l’iniezione e questa volta il bambino non sviluppo nessuna malattia. 50 anni dopo questa pratica di prendere il contenuto di una pustola di vacca (da cui il nome vaccino) e inocularlo ai bambini divenne obbligatoria in Inghilterra perchè difendeva dal vaiolo. Quello che oggi sappiamo è che il virus del vaiolo bovino e quello umano sono cugini, il vaiolo bovino non ci uccide perchè non è adattato al nostro corpo, ma nel frattempo il nostro corpo si addestra a riconoscerlo. Se penso a cosa direbbero i NoVax oggi di questo…un virus da una specie ad un’altra…rabbrividisco. E in effetti è una pratica rischiosa, ma di nuovo rischi/benefici a favore del secondo.
Quando si capì cosa erano i virus, beh, il passo fu breve. Si prendeva il virus, lo si “uccideva”, col calore per esempio, e si inoculava alle persone: et voilà, nasceva il vaccino, era puro e senza batteri non voluto. Certo, a volte non si riusciva a uccidere tutto il virus quindi si sviluppava la malattia, e spessissimo dava effetti collaterali gravi, febbre altissima per esempio. Ma che ci vuoi fare?…o no?
Beh, dei ricercatori scoprirono che nonostante si inoculassero virus/batteri completi, tutti, ma proprio tutti, sviluppavano gli anticorpi piú o meno sempre contro le stesse parti del virus, e chi non lo faceva era quello che poi si beccava la malattia. Un po’ come se vi dessi tutti i pezzi di un’automobile ma tutti riconoscete l’auto dal cofano. Quindi invece del virus intero si produceva solo un pezzettino del virus. Non c’era un virus intero quindi non poteva causare la malattia, e non essendoci tutti i pezzi del virus gli effetti collaterali (che sono creati dal corpo perchè crede di combattere un virus vero) erano molto inferiori: sono nati i vaccini a singola sub-unità.
Ah questo punto mi conviene introdurre un altro medico, anzi ex-medico, Wakefield, che decide di investire tutti i propri risparmi in una di queste aziende che produce questi vaccini a singola sub-unità, capirete fra poco il perchè ve lo dico.
Ora il problema principale è che se voglio vaccinare un bambino contro 6 malattie per 2 richiami, devo fargli 12 iniezioni, ogni iniezione un rischio di effetto collaterale, molto molto basso, ma c’è sempre. Senza contare che ci si dimentica il richiamo, i giorni di ferie che i genitori si devono prendere, ai bambini non piacciono le punture e ogni volta è peggio…cose così
Beh, nel frattempo si è capito che ogni anticorpo è indipendente dall’altro, perchè viene gestito da un linfocita B diverso. È un po’ come avere delle mani indipendenti che lavorano ognuna per conto proprio, non sono tutte controllate da una sola entità. Voi a cosa pensereste?! Ebbene sì, si mischiano insieme 3 sub-unità diverse, fatti per malattie diverse, e siccome i linfociti lavorano indipendentemente l’uno dall’altro si sviluppano contemporaneamente ma indipendentemente e quando arriva una sola di quelle malattie, solo quel linfocita si riattiva bloccandola. Il tutto viene testato ovviamente prima su animali e poi nei trial clinici, seguiti per anni e tutto funziona a meraviglia. Nascono i vaccini multi-valenti.
Vi ricordare di Wakefield?! Le azioni dell’azienda che faceva vaccini a singola sub-unità crollano e perde molti soldi, perchè adesso tutti vogliono i vaccini multivalenti. Quindi si inventa di sana pianta che i vaccini multivalenti causano l’autismo, in un tentativo di far guadagnare valore alle sue azioni. In realtà dà la spinta alla nascita dei moderni NoVax (che ci sono sempre stati eh).
Fino a questo momento i vaccini a subunità erano fatti usando pezzetti (proteine) del virus/batterio che vanno prodotte all’esterno del corpo e purificate. Ma contro alcuni virus non si riesce a fare un vaccino a sub-unità, non funziona, Ebola per esempio. Ebbene quando creiamo le proteine all’esterno del corpo non vengono mai identiche identiche a quelle prodotte DAL corpo stesso, perchè sono sì fatte da cellule umane, ma sono cellule che vivono in un ambiente artificiale da tanto tempo, e che fanno qualcosa di diverso (parliamo delle glicosilazioni della proteina e del ripiegamento della proteina). Come risolvere questo problema?
I virus naturalmente introducono nel corpo il loro materiale genetico, che è il progetto per produrre un altro virus intero. Beh, se invece di tutto il progetto prendo solo il mini-progetto della sub-unità che mi interessa e introduco solo quella, il corpo stesso produrrà solo quella sub-unità e sarà semplicemente perfetta: nascono i vaccini moderni di J&J, AstraZeneca, Pfizer e Moderna.
Categoria: