Lotta alla povertà: estesi i criteri per l’accesso al SIA
Con il Decreto interministeriale del 16 aprile scorso (in “Gazzetta ufficiale” il 29 aprile) sono stati ridefiniti i criteri per beneficiare del Sostegno all’Inclusione Attiva (SIA), operativo su tutto il territorio nazionale già da settembre 2016, ed i relativi finanziamenti. Questa misura sperimentale di contrasto alla povertà – che il prossimo anno verrà sostituita dal Reddito d’Inclusione – ha raggiunto un numero di famiglie largamente inferiore a quello potenziale, in buona parte a causa dell’eccessiva ristrettezza dei criteri economici previsti. Essi, infatti, erano stati disegnati in un momento di transizione nel quale le sentenze del consiglio di Stato, che hanno accolto in parte i ricorsi di alcune associazioni dei disabili, avevano modificato sensibilmente l’Isee (circolare del 1° marzo 2016), l’indicatore della condizione economica il cui valore per la famiglia richiedente è determinante per l’ottenimento del SIA. Per non rischiare richieste che andassero oltre i finanziamenti già stanziati, erano stati fissati criteri di accesso assai prudenziali che, una volta aggiustato l’Isee (circolare del 6 maggio 2016), sono risultati troppo stringenti.
Le principali modifiche contenute nel provvedimento, che entrano in vigore a partire dal 1° maggio, riguardano: l’abbassamento del punteggio relativo alla valutazione multidimensionale del bisogno; il potenziamento del beneficio per le famiglie monoparentali; alcune facilitazioni per i nuclei con disabili; la possibilità di richiedere il sostegno anche dopo il primo anno.
La Cisl aveva richiesto più volte modifiche in tal senso negli incontri tecnici al Ministero, dunque dà un giudizio generalmente positivo sulle misure in questione. I dati provenienti dai territori, infatti, indicavano già da tempo un sottoutilizzo delle risorse e dispiace che, di fronte ai pur consistenti bisogni, il provvedimento, una volta delineato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, abbia dovuto compiere un lungo iter con sensibili rallentamenti prima della sua effettiva promulgazione.
Un altro elemento che ha determinato una diminuzione o un ritardo di richieste per il SIA da parte dei potenziali beneficiari è stata l’assenza di un’adeguata campagna informativa da parte delle istituzioni centrali e locali. Occorrerà dunque monitorare sul territorio che vi sia una buona informazione sulla nuova normativa e una piena applicazione della medesima, in modo da coinvolgere la maggior parte dei potenziali beneficiari e impiegare, per quanto possibile, le risorse stanziate.
Il provvedimento prevede, inoltre, la prosecuzione della sperimentazione relativa all’assegno di disoccupazione (ASDI) con le medesime modalità e ne definisce i finanziamenti.
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