Istat 2021: ancora 5,6 milioni di persone in povertà assoluta
Oltre 1,9 milioni di famiglie italiane hanno vissuto in condizione di povertà assoluta nel 2021: lo indica l’Istat, evidenziando una leggera flessione rispetto al 2020, anno in cui a causa della pandemia sono stati toccati “massimi storici” (vedi circolare n.431/SS/amb del 17 giugno 2021).
Si passa pertanto, da un anno all’altro, dal 7,7% delle famiglie nel 2020 al 7,5% del 2021, con picchi nel Mezzogiorno (al 10%) e livelli minimi al centro, con il 5,6% (6,7% al Nord). Sono quasi 1,4 milioni i minori in povertà assoluta (14,2%) nel nostro Paese.
Nel 2021, il numero di singoli individui che non riescono a ottenere il minimo livello di vita ritenuto indispensabile è invece pari all’anno prima: parliamo di 5,6 milioni. Sale invece l’incidenza della povertà relativa, passando dal 10,1% del 2020 all’11,1% del 2021.
La causa di questa sostanziale stabilità, spiega l’Istat, è imputabile a diversi fattori, in particolare, a un incremento più contenuto della spesa per consumi delle famiglie meno abbienti (+1,7% per il 20% delle famiglie con la capacità di spesa più bassa, ossia la quasi totalità delle famiglie in povertà assoluta) che non è stato sufficiente a compensare la ripresa dell’inflazione (+1,9% nel 2021), in assenza della quale la quota di famiglie in povertà assoluta sarebbe scesa al 7,0% e quella degli individui all’8,8%. I maggiori consumi, dunque, non compensano l’inflazione.
Nel 2021, la povertà assoluta risulta ancora più alta al Sud, mentre migliora al Nord per famiglie e individui. Lo scorso anno l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,0%, da 9,4% del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord (6,7% da 7,6%), in particolare nel Nord-ovest (6,7% da 7,9%). Tra le famiglie povere, il 42,2% risiede nel Mezzogiorno (38,6% nel 2020) e il 42,6% al Nord (47,0% nel 2020).
La condizione delle famiglie con maggior numero di componenti è peggiorata. Nel 2021, l’incidenza di povertà assoluta è infatti più elevata tra i nuclei più numerosi: raggiunge il 22,6% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,6% tra quelle con quattro; segnali di miglioramento provengono dalle famiglie di tre (da 8,5% a 7,1%) e di due componenti (da 5,7% a 5,0%). Il disagio è più marcato per le famiglie con figli minori, per le quali l’incidenza passa dall’8,1% delle famiglie con un solo figlio minore al 22,8% di quelle che ne hanno da tre in su.
Invece, l’incidenza di povertà è più bassa, al 5,5%, nelle famiglie con almeno un anziano e si conferma al 3,6% tra le coppie in cui l’età della persona di riferimento della famiglia è superiore a 64 anni.
Per quanto riguarda l’infanzia, nel 2021, la povertà assoluta in Italia colpisce 1 milione 382 mila bambini (14,2%, rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale). L’incidenza varia dall’11,4% del Centro al 16,1% del Mezzogiorno. Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 762 mila, con un’incidenza del 12,1% (stabile rispetto al 2020).
L’aumento del numero di famiglie povere ha portato all’introduzione, tra il 2018 e il 2019, di varie misure di contrasto alla povertà: reddito di inclusione (2018) e reddito di cittadinanza (2019). L’impatto di tali misure si coglie almeno in parte nel calo delle famiglie in povertà assoluta osservato nel 2019, con un’incidenza pari al 6,4%, valore prossimo a quello del quadriennio 2013-2016. Nel 2020 gli effetti economici della pandemia da Covid-19 hanno favorito la crescita della povertà assoluta, determinando anche qualche cambiamento strutturale delle famiglie povere assolute.
Per ulteriori approfondimenti di seguito il link con il Report dell’ISTAT: https://www.istat.it/it/files/2022/06/Report_Povert%C3%A0_2021_14-06.pdf ]https://www.istat.it/it/files//2022/06/Report_Povert%C3%A0_2021_14-06.pdf
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