Famiglia: Stati Generali della natalità
Il 14 maggio 2021 si sono tenuti a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione, gli Stati Generali della Natalità. Obiettivo dell’evento riflettere su un tema capace di unire tutto il sistema Paese, provare a fare proposte per invertire la tendenza demografica, immaginare una nuova narrazione della natalità. Presenze forti e significative quelle di Papa Francesco e del Presidente del Consiglio Mario Draghi che hanno aperto i lavori.
Per il Presidente del Consiglio Mario Draghi “questa è un’epoca di grandi riflessioni collettive. La questione demografica, come quella climatica e quella delle diseguaglianze, è essenziale per la nostra esistenza. Lo Stato deve mettere la società, donne e uomini, in grado di avere figli. Per decidere di avere figli, i giovani hanno bisogno di tre cose: di un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l’infanzia. Un’Italia senza figli è un’Italia che non ha posto per il futuro, è un Italia che lentamente finisce di esistere quindi per il Governo questo è un impegno prioritario. Al sostegno economico diretto delle famiglie con figli è dedicato l’assegno unico universale. Da luglio di quest’anno la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022, sarà estesa a tutti gli altri lavoratori, che però anche nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti. Le risorse complessivamente a bilancio ammontano ad oltre 21 miliardi di euro, di cui almeno sei aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti di sostegno per le famiglie e si può star tranquilli anche per gli anni a venire che l’assegno unico ci sarà. È una di quelle trasformazioni epocali su cui non è che ci si ripensi l’anno dopo. Dobbiamo aiutare i giovani a recuperare fiducia e determinazione, a tornare a credere nel loro futuro, investendo in loro il nostro presente”.
A seguire l’intervento di Papa Francesco “Ringrazio tutti voi, che oggi riflettete sul tema urgente della natalità, basilare per invertire la tendenza e rimettere in moto l’Italia a partire dalla vita, a partire dall’essere umano. Ed è bello che lo facciate insieme, coinvolgendo le imprese, le banche, la cultura, i media, lo sport e lo spettacolo. In realtà ci sono molte altre persone qui con voi: ci sono soprattutto i giovani che sognano. I dati dicono che la maggior parte dei giovani desidera avere figli. Ma i loro sogni di vita, germogli di rinascita del Paese, si scontrano con un inverno demografico ancora freddo e buio: solo la metà dei giovani crede di riuscire ad avere due figli nel corso della vita. Perché il futuro sia buono, occorre dunque prendersi cura delle famiglie, in particolare di quelle giovani, assalite da preoccupazioni che rischiano di paralizzarne i progetti di vita. Penso allo smarrimento per l’incertezza del lavoro, penso ai timori dati dai costi sempre meno sostenibili per la crescita dei figli: sono paure che possono inghiottire il futuro, sono sabbie mobili che possono far sprofondare una società. I figli sono la speranza che fa rinascere un popolo! Finalmente in Italia si è deciso di trasformare in legge un assegno, definito unico e universale, per ogni figlio che nasce. Esprimo apprezzamento alle autorità e auspico che questo assegno venga incontro ai bisogni concreti delle famiglie, che tanti sacrifici hanno fatto e stanno facendo, e segni l’avvio di riforme sociali che mettano al centro i figli e le famiglie. Se le famiglie non sono al centro del presente, non ci sarà futuro, ma se le famiglie ripartono, tutto riparte. Sostenibilità fa rima con responsabilità: è il tempo della responsabilità per far fiorire la società. Qui, oltre al ruolo primario della famiglia, è fondamentale la scuola. Non può essere una fabbrica di nozioni da riversare sugli individui; dev’essere il tempo privilegiato per l’incontro e la crescita umana”.
Per il Ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti “alle giovani famiglie serve visione, fiducia, stabilità di misure: meritano dal Paese un intero piano che le accompagni. Per questo è servita un’intera e integrata riforma delle politiche familiari, la prima nella nostra storia: il Family Act. Il Governo l’ha proposta e scelta come asse nel percorso di ripartenza e resilienza, perché rimette al centro della storia e delle scelte pubbliche le bambine e i bambini: i piccoli; li riconosce come bene comune, esige investimenti per la loro educazione, promuove corresponsabilità paritaria nelle famiglie, investe nel lavoro femminile e insieme nella valorizzazione della maternità, promuove l’autonomia dei giovani”.
Senza adeguati interventi capaci di contrastarne le cause il costante calo della natalità è destinato a persistere anche quando si saranno esauriti gli effetti negativi prodotti dal COVID-19. Attorno alla metà del secolo si va configurando la possibilità di scendere anche sotto i 350.000 nati annui. Per il Presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, dal dopoguerra a oggi la curva dei nuovi nati in Italia è in continua discesa, sia in termini assoluti che in termini di tasso di natalità. Nel 2020 il numero si attesta su 404 mila, nel 2021 il confine dei 400 mila sarà superato al ribasso.
Per questo, per rilanciare il paese bisogna pensare a politiche mirate sulla natalità, per arrivare a 500 mila nascite in dieci anni, nel 2031. Bisognerà intensificare a causa dell’invecchiamento demografico della popolazione una costante crescita della domanda sul fronte sanitario; si dovranno produrre con meno forza lavoro le adeguate risorse per garantire gli equilibri di welfare; è necessario contrastare i segnali di spopolamento e ridare vitalità soprattutto ai piccoli centri delle aree interne e/o di montagna; è fondamentale riequilibrare il rapporto fra le generazioni.
Per raggiungere l’obiettivo di 500 mila nuove nascite serve una dovuta triangolazione che coinvolga tutti gli attori: le famiglie, il privato sociale e le imprese. C’è un mondo imprenditoriale sensibile, ci sono idee e progetti di sostegno che si possono realizzare. Ma c’è bisogno anche di risorse. Tutto questo va inserito nel giusto contesto, quello delle norme. Qualcosa si sta già facendo, bisogna continuare in questa direzione, i bambini sono il nostro futuro, ci garantiscono la continuità. Per il Presidente dell’ISTAT se ci saranno gli interventi a sostegno delle famiglie questa triangolazione dei 500 mila nati non sarà un sogno ma una realtà possibile.
Per ulteriori approfondimenti in allegato i documenti dell’ISTAT, il discorso di Papa Francesco in versione integrale e a questo link di quello del Presidente del Consiglio.
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