Decreto Rilancio
Il Decreto-Legge 19 maggio 2020 (Decreto Rilancio), unitamente ai precedenti Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18 (Cura Italia) e Decreto-Legge 8 aprile 2020, n. 23 (Decreto Liquidità), segna la risposta robusta che il Governo sta tentando di dare alla crisi economica prodotta dal Covid-19. In termini di risorse stanziate in deficit si tratta complessivamente, nel 2020, di 130 miliardi (25 mld con il Cura Italia, 55 mld con il decreto Rilancio, 50 mld decreto liquidità e garanzie per sostegno alle imprese).
L’intervento del Decreto Rilancio sul 2020 è equivalente al 3,3% del PIL, che assommato al Cura Italia porta al 4,5% del PIL il pacchetto complessivo di sostegno all’economia in termini di deficit. In questo contesto, tuttavia, l’orizzonte temporale e la strumentazione del Decreto Rilancio solo in minima parte va oltre la pandemia e quindi la sua natura, per quanto straordinaria, resta congiunturale: buona parte dei provvedimenti riguardano interventi volti ad assicurare un reddito a coloro che lo hanno perso e a sostenere imprese che hanno dovuto sospendere l’attività. Queste risorse, per poter essere efficaci, debbono arrivare nel più breve tempo possibile.
Nel suo complesso, il Decreto Rilancio prevede ben 98 decreti attuativi: è pressoché certo che i tempi effettivi di attuazione delle norme saranno lunghi, e che diverse di queste rischiano di perdersi nell’inestricabile groviglio normativo. L’impostazione congiunturale convive, pertanto, con il rischio di trascinamenti temporali che ne vanificherebbero l’efficacia.
La CISL ritiene non procrastinabile un serio programma per la crescita, ma nulla di tutto questo appare nel decreto, mentre passare dalla risposta emergenziale ad una strategia di medio e lungo periodo è, oggi, fondamentale: occorre cambiare, permanentemente, la struttura della produttività, degli investimenti, della distribuzione, della finanza pubblica, offrendo un fondamento solido, non transitorio, ai redditi, alla domanda, agli investimenti, all’occupazione, alla coesione sociale. Se è fuor di dubbio che il Governo abbia deciso di mobilitare ingenti risorse pubbliche riteniamo – come espresso anche nella nostra audizione in sede parlamentare – si debbano perseguire immediatamente obiettivi di interesse collettivo e di bene comune. Per questo, l’aspetto che resta, per la CISL prioritario, per la ripresa del Paese e per un nuovo modello di sviluppo è un grande Patto Sociale fra Governo e Parti sociali, con la definizione di un metodo di partecipazione diffusa, responsabile e solidale della società civile e delle sue rappresentanze istituzionali, economiche e sociali.
In allegato un’attenta analisi ed una valutazione, organizzata per aree tematiche alle disposizioni del Decreto Rilancio, che ne evidenziando punti di forza e criticità e il “volantone” Cisl.
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