Decreto Sostegni
Il Decreto “Sostegni” mobilita 32 miliardi di Euro ed esaurisce gli scostamenti di bilancio già approvati per il 2021. Tuttavia, il nostro Paese, il lavoro, le imprese, la famiglia, la scuola, la sanità avranno ancora bisogno di sostegni che accompagnino la spinta e il rilancio.
In questo decreto sono contenute diverse misure frutto dell’azione sindacale, e in particolare della CISL, come la proroga della cassa covid, il sostegno dei lavoratori attraverso la Naspi o la reiterazione del blocco dei licenziamenti, che sono una prima risposta alle criticità già in essere o in divenire, considerato che l’emergenza sanitaria morde ancora, in attesa che finalmente si dispieghi la campagna di vaccinazione.
Tuttavia le misure contenute nel decreto sono solo un primo passo non sufficiente, al quale la CISL ritiene ne debbano seguire altri, che estendano temporalmente il blocco dei licenziamenti e superino la selettività; prevedano un grande investimento sui contratti di solidarietà difensivi e espansivi ma, più in generale, realizzino attraverso un dialogo sociale costante e di merito e ad un tempo solo su tutte le questioni aperte o di respiro strategico,
la necessaria sintesi che affronti la congiuntura e programmi la transizione attraverso un nuovo patto sociale.
La strada maestra è dunque la concertazione, come avvenuto di recente per il Pubblico impiego.
Continuiamo a ritenere che sino a quando non saranno operativi gli strumenti delle politiche attive e la copertura universale degli ammortizzatori, l’emergenza sanitaria non cesserà e la spinta al rilancio comincerà ad evidenziarsi, quindi almeno per tutto il 2021, non possiamo consentire che si abbassino le protezioni, per evitare che la crisi economica già in essere generi anche una insostenibile crisi sociale. Proprio per questa ragione occorre
aggiornare i protocolli su salute e sicurezza sottoscritti nel 2020 e negoziare in modo condiviso un nuovo Protocollo a valenza nazionale per sostenere la campagna di vaccinazione nei luoghi di lavoro.
Ugualmente confermiamo la nostra contrarietà in merito al condono fiscale perché, pur nella forma mitigata dei trentamila euro, è portatore di un disvalore culturale e sociale. Ciò che serve, non altro, è una seria lotta all’evasione e una riforma fiscale d’impostazione progressiva e redistributiva a beneficio del lavoro e dei redditi da pensione per ragioni di equità e di sostegno alla domanda.
In allegato la nota confederale completa di analisi e commento.
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