La società irrazionale. Brevi riflessioni sul 55° rapporto CENSIS
Il 3 dicembre scorso il CENSIS, (Centro Studi Investimenti Sociali), uno tra i più accreditati istituti di ricerca socio-economica italiani, ha pubblicato il Rapporto sulla situazione sociale del Paese, giunto alla 55^ edizione.
Ne emerge un quadro per certi versi sorprendente in quanto denota un’infiltrazione di punti di vista irrazionali in una parte minoritaria, ma affatto trascurabile, dei nostri connazionali.
Per esempio, per il 5,9% degli italiani il covid-19 non esiste; il 12,9% pensa che la scienza provochi più danni che benefici; il 31,4% ritiene che il vaccino sia un farmaco sperimentale e quindi le persone che lo sperimentano facciano da cavie.
Anche fuori dall’ambito pandemico si riscontrano affermazioni sorprendenti. Il 5,8% crede che la terra sia piatta, il 10% che l’uomo non sia mai sbarcato sulla luna, il 19,9% che il 5G serva a controllare le persone, il 39,9% che le élite globaliste (i soliti George Soros, Bill Gates, etc.) stiano facendo arrivare immigrati per rimpiazzare cultura e identità italiane.
L’elenco potrebbe continuare. Notiamo però che stiamo parlando di milioni, in qualche caso decine di milioni di italiani che propugnano tesi difficilmente sostenibili.
La domanda sorge spontanea: perché?
Nel corso dell’indagine emerge una tensione che non è legata soltanto alle vicende degli ultimi due anni, e dunque al virus, ma che trova le proprie radici in un malessere più duraturo di origine sociale.
Il punto fondamentale è che la ragione ed i suoi strumenti, come la tecnologia ed il progresso scientifico, non appaiono più in grado di arginare la proliferazione dei rischi esistenziali che in passato erano invece previsti, controllati, neutralizzati o risarciti soprattutto attraverso un welfare universalistico.
Inoltre, il blocco dei processi di mobilità sociale ascensionale, un tempo garantiti dall’accesso all’istruzione e dai meccanismi meritocratici di selezione, condiziona in modo pervasivo la fuga dalla realtà, alimentata in modo significativo anche dalla precarietà e dall’incertezza sempre più estese, specie nelle nuove generazioni.
In conclusione, lo scivolamento di porzioni crescenti della società verso visioni di tipo sciamanico rappresenterebbe per Censis l’esito di aspettative sociali che rimangono insoddisfatte. Il crescente assenteismo che si registra di elezione in elezione, ne costituirebbe l’inevitabile conseguenza.
Per invertire la deriva in atto servono dunque investimenti sociali diffusi che possano accompagnarsi a forti motivazioni individuali. In sostanza serve un nuovo contratto sociale che abbia come protagonisti le categorie professionali e sociali, le diverse generazioni ed i territori e che sia orientato ad un progetto di futuro per il quale si possa pensare di impegnarsi. Per il quale ne valga la pena.
In questo momento l’Italia vive un momento irripetibile. Secondo il prestigioso settimanale britannico Economist siamo il paese dell’anno e stanno per essere avviati gli enormi investimenti del PNRR. Non dobbiamo sprecare l’occasione per invertire il senso di marcia e riaccendere la fiaccola della fiducia affinché essa ritorni ad illuminare le menti di molti nostri connazionali ormai scollegati dalla realtà.
Marco Ciani
In allegato le slides della relazione presentata al Consiglio Generale Cisl Alessandria-Asti il 21/12/2021
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