L’estratto conto contributivo evita le brutte sorprese
L’estratto conto è un documento, non ufficiale, nel quale sono raccolti tutti i contributi, utili per la pensione, versati presso l’Inps. Possono essere da lavoro effettivo, da accredito figurativo, da riscatto e da prosecuzione volontaria versati come: lavoratori dipendenti privati, pubblici, autonomi e gestione separata (co.co.co.). L’unico estratto conto ufficiale è il modello”Ecocert” (Estratto conto certificativo) che va chiesto con apposita domanda direttamente all’Inps, tramite il suo sito (www.inps.it).
Anche se non ha valenza ufficiale l’estratto conto è di estrema utilità. Si può visionare quando lo si ritiene necessario, entrando per mezzo di internet nel sito dell’Inps, tramite lo Spid, o carta d’identità elettronica (Cie) oppure la carta nazionale dei servizi (Cns). Poi vanno eseguite le indicazioni per entrare all’interno del sito, fino alla pagina con a sinistra indicato : “menu” con in basso l’indicazione: posizione assicurativa. Cliccandoci sopra appare la dicitura: estratto conto. Oltre alle indicazioni anagrafiche è possibile rilevare tutta la contribuzione esistente, il numero delle settimane utili per il diritto a pensione (anzianità contributiva) ed a fianco il numero delle settimane utili per determinarle l’importo. E’ indicata la retribuzione lorda percepita, in base alla quale è stata versata la contribuzione, il nome dell’azienda presso la quale l’interessato ha prestato servizio e che a sua volta ha inoltrato le denunce contributive all’Inps. Possibile anche rilevare la presenza di altre forme di contribuzione. In caso di contribuzione versata presso Stati Europei o extra EU “convenzionati” con l’Italia, si può chiedere direttamente all’Ente, l’estratto conto internazionale che in seguito si potrà visualizzare sull’estratto ordinario. Nel caso di lavoro part time l’estratto provvede ad evidenziare la differenza tra la contribuzione utile a pensione e quella che verrà utilizzata per determinare l’importo. Differenza ben conosciuta per chi utilizza questo tipo di contratto: le donne in particolare. A proposito di part time è opportuno segnalare che il comma 350 dell’art.1 della legge di Bilancio 2021 ha previsto che anche per i periodi di part time verticali e ciclici (periodi settimanali o mensili scoperti di contribuzione) la possibilità di avere diritto a 52 settimane nell’anno, anche se non tutte lavorate a condizione che la retribuzione annua percepita non sia inferiore al minimale annuo che per il 2022 è di 10.928 euro lordi.
Quindi è consigliabile che ogni lavoratore controlli periodicamente il proprio estratto conto in modo da valutare l’esatta ed effettiva presenza della contribuzione fino a quel momento maturata. Nel caso si riscontri un “buco contributivo”, dopo gli opportuni accertamenti, si può inoltrare una segnalazione, tramite il sito dell’Inps, nell’apposito spazio riservato: Fa.se. (fascicolo delle segnalazioni contributive) e richiedere di inserire la contribuzione mancante, dopo avere allegato la relativa documentazione. Oltre all’evidente opportunità di controllare periodicamente l’estratto conto contributivo, vi è anche il fatto che “l’automaticità delle prestazioni” opera solo sulla contribuzione omessa ma non prescritta. Ciò significa che anche quando il datore di lavoro non versa i contributi si ha comunque diritto alle prestazioni previdenziali, a condizione che i contributi mancanti non siano prescritti. I contributi normalmente si prescrivono trascorsi 5 anni dal giorno del loro mancato pagamento.
Angelo Vivenza
Categoria: Fisco e previdenza