“La sanità nel territorio, lo sguardo degli anziani”: il direttivo della FNP Torino
Nella mattinata di lunedì 15 aprile, presso l’hotel Holiday Inn di Torino, si è svolto il direttivo della FNP CISL Torino e Canavese. L’argomento al centro del dibattito, ben sintetizzato dal titolo dell’iniziativa, è stato: “La sanità nel nostro territorio, lo sguardo degli anziani”.
Fin dalla relazione introduttiva del Segretario Generale Giorgio Bizzarri è stato chiaro che il tema sarebbe stato affrontato considerando molti diversi aspetti. Ad esempio quello delle liste di attesa, spesso eccessivamente lunghe, ben oltre i limiti definiti dalla normativa: un problema molto sentito dai pensionati, mediamente più bisognosi di prestazioni sanitarie. Nel 2018 in Piemonte è stato varato un piano per migliorare la situazione, con una dotazione economica di dieci milioni di Euro, ma Giorgio Bizzarri ha evidenziato con alcuni esempi come i risultati siano stati buoni solo per alcune prestazioni e in alcune parti del territorio.
Nella relazione si è poi passati a parlare della preoccupazione per la carenza di medici e altro personale sanitario, di cui si è parlato spesso in tv in questi giorni: “Non si può pensare che il problema sia soltanto il pensionamento di qualche medico con Quota 100. Sono i giovani medici a essere carenti numericamente”.
La relazione si è conclusa con la promozione di un nuovo servizio offerto in alcune sedi e con la proposta di una maggiore sinergia con i Distretti Sanitari: “In alcune zone abbiamo aperto uno sportello sindacale sulla sanità. Se chi si occupa dello sportello potesse essere formato dagli esperti che lavorano nei Distretti, potrebbe nascerne una preziosa collaborazione. Il Sindacato potrebbe diventare una delle porte di accesso al Servizio Sanitario Nazionale”.
Ha poi preso la parola il Dottor Lorenzo Angelone, Direttore del Distretto “Area Metropolitana Sud” della ASL Torino 3. Il suo intervento è partito da uno dei problemi che creano maggiore scontento tra i pazienti: le liste di attesa. Pur ammettendo che parte delle criticità sia effettivamente imputabile all’offerta (pochi specialisti, pochi macchinari, orari di lavoro troppo ridotti), ha voluto rimarcare come anche sul versante della domanda sanitaria esistano delle difficoltà. È il tema dell’appropriatezza prescrittiva, su cui il Direttore ha posto l’accento dicendo: “Il rischio è che un aumento dell’offerta porti a un aumento immotivato della domanda”. Ha confermato la difficoltà nel reperimento di specialisti, in particolare allontanandosi dall’area metropolitana: si tratta di problemi organizzativi che spesso si possono arginare creando alleanze e sinergie (ad esempio, l’Area Omogenea che racchiude la ASL TO3, l’azienda Ospedaliero-Universitaria San Luigi Gonzaga e l’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano).
A seguire, l’intervento dell’Assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta: quasi un riepilogo dei cinque anni passati. Cinque anni in cui sono state fatte scelte difficili e a volte impopolari, come la chiusura di alcuni reparti dove si svolgevano pochissime prestazioni ogni anno e dove quindi era a rischio la sicurezza dei pazienti. Anche la scelta di dare maggiori risorse alla sanità territoriale, lasciando agli ospedali il compito di gestire la fase acuta delle problematiche di salute, non è sempre stata compresa fino in fondo.
Ci sono stati anche momenti di grande soddisfazione: l’abbattimento della spesa farmaceutica grazie ai farmaci equivalenti (“Risparmi fino al 90%, che hanno dato una mano a risanare i conti e uscire dal Piano di Rientro”), il riconoscimento del Piemonte come miglior regione nella garanzia dei Livelli Essenziali delle Prestazioni e come regione di riferimento nazionale per i costi della sanità.
Nel discorso di Saitta c’è stato spazio anche per un po’ di sana autocritica: “Cosa è mancato? L’avvio di un percorso compiuto di integrazione tra il sistema sanitario e quello sociale. La pluralità di soggetti coinvolti è stata causa di rallentamenti che hanno impedito al progetto di decollare”.
Infine, si è guardato al futuro: se il numero di dipendenti del SSN in Piemonte si era ridotto ogni anno a partire dal 2011, grazie a uno sforzo collettivo nel 2020 tornerà ad essere ai livelli del 2012. Il Fascicolo Sanitario Elettronico entrerà presto a fare parte della vita dei cittadini: “Un uso intelligente della tecnologia”. Le Case della Salute dovranno fare passi da gigante, se vorranno ritagliarsi uno spazio sempre maggiore: “Nella Casa della Salute i pazienti devono trovare professionisti che conoscono e che li conoscono, per non sentirsi soltanto dei numeri”.
E l’Autonomia Differenziata delle regioni di cui tanto si parla? “Bisogna sgombrare il campo dagli egoismi, non si può pensare di avere un Servizio Sanitario spezzettato in venti modelli regionali. Il Piemonte vorrebbe maggiori competenze nel campo della formazione di nuovi medici: al momento ci servirebbero 800 specialisti, ma il Governo autorizza soltanto 300 borse di studio.
È impossibile trasmettere in poche righe la grande ricchezza del dibattito che è seguito, che ha toccato moltissime sfumature diverse dell’argomento “sanità”: dagli effetti negativi della sedentarietà sugli anziani (Domenico Lo Bianco, Segretario Generale CISL Torino: “Non è solo un problema di assistenza medica, c’è anche un problema di solitudine delle persone”), all’eccessiva burocrazia, alle relazioni sindacali (Francescantonio Guidotti, Segretario Regionale FNP Piemonte: “Avremmo gradito un maggiore coinvolgimento del Sindacato: non che non si siano discussi molti dei provvedimenti, ma si sarebbe potuto fare di più”), arrivando anche a questioni locali come le difficoltà logistiche della nuova struttura che aprirà a Venaria.
Una riflessione generale sulla mattinata: spesso si dà un’importanza eccessiva ad altri problemi marginali, che non riguardano tutti, dimenticando invece che il Servizio Sanitario Nazionale è una delle più grandi conquiste per i cittadini italiani e che ha bisogno di essere difeso e migliorato.
È decisamente positivo, dunque, che la FNP di Torino abbia organizzato questa iniziativa: è un bel tentativo di spostare la sanità al centro dell’agenda politica della Regione. Chissà che non si possa fare lo stesso anche a livello nazionale: c’è un gran bisogno di introdurre i temi della sanità nel dibattito pubblico.
Paolo Arnolfo