Nel cuore della storia: la delegazione della Cisl Piemonte guidata dalla Fnp incontra a Danzica Lech Walesa
Vogliamo cominciare il reportage del nostro viaggio nel 900 a Danzica con quello che sicuramente è stato il cuore della nostra esperienza: venerdì 15 settembre, con l’intera giornata trascorsa al Centro Europeo Solidarnosc.
Già attraversare il “cancello 2” di quelli che una volta erano i cantieri navali da dove è partito il movimento che ha contribuito alla liberazione della Polonia dal regime comunista è stato molto emozionante: il pensiero è subito corso alle immagini degli operai, capeggiati da Lech Walesa, che hanno scioperato e resistito per giorni fino all’ottenimento delle 21 richieste portate avanti.
La location è molto suggestiva: i cantieri sono diventati un centro molto moderno, in vetro e acciaio, che ospita gli uffici del Presidente, ma l’atmosfera del passato si respira ancora nelle sale storiche, come la BHP, dove venne firmato l’accordo del 1980, o sul piazzale antistante con il monumento delle tre croci, eretto per ricordare gli operai del cantiere navale caduti nel 1970 ed onorarne la memoria.
Alle 10, come previsto, la nostra delegazione è riuscita a incontrare Lech Walesa. Il Leader di Solidarnosc, poi Presidente della Polonia e Premio Nobel per la Pace nel 1983, ci ha ricevuto nel grande atrio del Centro, si è intrattenuto con poco tempo, ma sono stati attimi intensi, di forte emozione, che rimarranno indelebili nella memoria di tutti noi che vi abbiamo preso parte, perché ci è sembrato davvero di incontrare la storia. Emozione per i pensionati, che hanno vissuto quell’epoca di battaglie sindacali e politiche, collaborando anche materialmente al sostegno di Solidarnosc con viaggi di solidarietà nei primi anni Ottanta. Ed emozione per i giovani, che di quel periodo hanno letto solo nei libri di storia, e che hanno avuto modo invece di prendere coscienza della portata di quel movimento in quel preciso momento storico. Il messaggio più importante che ci ha lasciato è questo: “Se non riesci a portare un peso da solo fatti aiutare dalle altre persone”. I ‘pesi’ di oggi non sono quelli di ieri, ma alcuni valori da trasmettere alle nuove generazioni sono intramontabili: impegno, passione, speranza e condivisione.
Con Walesa hanno parlato sia Gianni Vizio, a nome della Fnp Cisl Piemonte, sia Marcella Filippa e Donatella Sasso, in rappresentanza della Fondazione Vera Nocentini e dell’Istituto Gaetano Salvemini, partners del Polo del 900, che hanno collaborato all’organizzazione di questo viaggio nella memoria. Tanti sorrisi e strette di mano subito dopo la foto ufficiale della delegazione davanti all’immagine storia della firma degli accordi.
La giornata è poi proseguita con la visita del Museo di Solidarnosc, che, grazie a un allestimento moderno e interattivo, cattura l’attenzione e coinvolge i visitatori in un percorso multimediale davvero interessante e alla portata di tutte le generazioni.
Alle 17 abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Roman Kuzimski, Vice-Segretario di Solidarnosc Regione di Danzica, per un dibattito della durata di un’ora e mezza acceso e partecipato, in cui il sindacalista non si è sottratto alle domande dei colleghi italiani, anzi, ha risposto con schiettezza anche alle più “scomode” come quelle sul problema immigrazione o sull’attuale rapporto tra il sindacato polacco e Lech Walesa. Due sono le questioni principali emerse: da una parte la difficoltà del sindacato a intercettare i lavoratori a causa della frantumazione del tessuto produttivo (i cantieri navali che occupavano decine di migliaia di operai hanno lasciato il posto a una miriade di piccole aziende) e in questo si possono riscontrare similitudini con il panorama lavorativo italiano, dall’altra il fatto che Solidarnosc paga il prezzo di aver accettato la liberalizzazione. Aprire al libero mercato era l’unica via per uscire dal Comunismo, ma questo ha provocato una perdita del potere sindacale.
Ne è emersa una discussione utile e interessante in cui si è parlato del ruolo del sindacato nella società di oggi, della necessità di recuperare i valori del passato, delle difficoltà nella rappresentanza e nel confronto con il mondo politico a livello nazionale ed europeo, del bisogno di far crescere nelle nuove generazioni la consapevolezza dell’importanza dell’azione sindacale.
Una giornata lunga, densa di emozioni, che ci ha restituito motivazione ed entusiasmo: tornando a casa ci siamo portati dietro un po’ di quella passione che abbiamo trovato negli occhi dei nostri interlocutori, uno stimolo che ci servirà per rimetterci al lavoro nella nostra azione sindacale quotidiana. La differenza si può fare anche a partire dalle piccole cose, credendoci fino in fondo!
Stefania Uberti
Categoria: Attualità