Il trattamento minimo di pensione Inps nel 2023

lunedì 6 Febbraio 2023 / Attualità

Il trattamento minimo delle pensioni Inps da quest’anno ha due importi: 572,20 euro al mese per tredici mensilità per chi ha meno di 75 anni si sale a 599,82 euro al mese per tredici mensilità per chi ha almeno quest’età. Per poterlo percepire bisogna:

  • essere titolari di pensione con almeno un contributo versato prima del gennaio 1996;
    non superare determinati limiti di reddito

Quando gli anni di contributi sono stati appena sufficienti per raggiungere il diritto alla pensione, può succedere che l’importo risulti inferiore al trattamento minimo. In questo caso, il pensionato ha diritto, quando non supera determinati limiti di reddito, ad ottenere che l’importo maturato venga “elevato”, fino a raggiungere l’ammontare del trattamento minimo. In ogni caso l’’importo di pensione che deriva dai contributi versati viene sempre corrisposto, anche quando si superano i limiti di reddito.
I limiti di reddito da non superare sono sia quelli individuali che quelli coniugali quando i coniugi non sono legalmente ed anche effettivamente separati.

Vediamo i limiti reddituali lordi per il 2023:

A) Limite di reddito annuale che consente di percepire l’intero trattamento minimo:
individuale: fino a 7.329 euro;
coniugale: fino a 21.986 euro;
B) Limite di reddito annuale che esclude ogni integrazione al trattamento minimo:
individuale: oltre i 14.657 euro;
coniugale: oltre i 29.314 euro;
C) Limiti di reddito annuali che consentono di percepire una parziale integrazione al minimo:
individuale: da 7.329 a 14.657 euro;
coniugale: da 21.986 a 29.314 euro;

L’importo annuo che spetta come parziale integrazione è la differenza tra il limite di reddito che esclude l’integrazione al minimo e l’ammontare dei redditi posseduti. Esempio: 29.314 euro (limite di reddito coniugale che esclude il minimo); meno 26.000,00 euro (reddito posseduto da entrambi i coniugi) differenza 3.314 euro: questo è l’importo annuo che spetta come integrazione e va diviso per i mesi dell’anno in cui si percepisce la pensione (13 se è tutto l’anno): 3.314 :13= 255 importo mensile. Questa quota integrativa si somma all’importo mensile di pensione che deriva dai soli contributi effettivamente versati: esempio 200 euro + 255 di integrazione = 455 euro: importo che viene pagato. In ogni caso non viene corrisposto più di 572,20 o di 599,82 euro.

I redditi da prendere in considerazione sono tutti quelli che vengono assoggettati all’Irpef.

I redditi che non si prendono in considerazione sono:
* l’importo della pensione da integrare;
* la casa di abitazione;
* le rendite dell’INAIL;
* le pensioni degli invalidi civili;
* l’indennità di accompagnamento.
* redditi già tassati alla fonte

 

Angelo Vivenza

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