Dopo l’opzione donna è possibile l’opzione uomo?

venerdì 4 Novembre 2022 / Fisco e previdenza

La pensione anticipata denominata opzione donna, oltre a permettere di lasciare il lavoro in anticipo rispetto all’età della pensione di vecchiaia, ha avuto ed ha ancora attualmente un scopo sociale: riconoscere alle donne i sacrifici affrontati in famiglia e sul lavoro. L’opzione donna è stata istituita con legge 243/2004. Per ottenerla occorreva avere 57 anni di età per le lavoratrici dipendenti e 58 anni per le lavoratrici autonome. Erano e sono attualmente richiesti 35 anni di contributi, esclusi quelli per disoccupazione e malattia. Attualmente l’età richiesta è di 58 per le lavoratrici dipendenti e 59 per le autonome, a condizione che tutti i requisiti siano raggiunti entro il 31 dicembre 2021. Il pagamento (finestra) avviene 12 mesi dopo il raggiungimento dei requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.

Il calcolo di questa pensione è interamente contributivo, meno generoso rispetto al calcolo retributivo. Questo significa che l’importo viene ridotto rispetto al calcolo normale, in quanto gli anni del retributivo vengono calcolati con il contributivo. All’inizio erano parecchi gli anni che dal calcolo retributivo passavano al contribuivo, riducendo notevolmente l’importo. La riduzione, poteva anche arrivare al 30%. Con il passare degli anni la riduzione è andata diminuendo, in quanto sempre meno anni passano dal retributivo al contributivo. Ora con chiaro riferimento all’opzione donna, qualcuno sta pensando alla possibilità di istituire una nuova pensione anticipata chiamandola però “opzione uomo“, eventualmente variando alcuni requisiti.

Sarà fattibile? Come esempio vediamo di immaginare quali potrebbero essere i requisiti di questa nuova pensione, che dal 2023 dovrebbe sostituire quota 102 in scadenza a fine 2022: a) tra i 38 e i 40 anni di contributi di cui 35 devono essere senza periodi di malattia e disoccupazione; b) tra i 62 e i 64 anni di età ( come per quota 100 e 102 ). Calcolo interamente contributivo. Viene subito da chiedersi quanto sarà alta la percentuale di riduzione dell’importo? Sicuramente inferiore rispetto a quella che l’opzione donna aveva nei suoi primi anni in quanto attualmente vi sono meno anni che passano dal calcolo retributivo a quello contributivo. Facciamo un esempio: un lavoratore
che matura 40 anni di contributi nel 2023. Il suo primo contributo versato risale al 1983. Quindi, in questo caso sono appena 13 gli anni che da retributivo passano al contributivo (dal 1983 al 1995 anno di istituzione del calcolo contributivo), mentre sono 27 gli anni che sono già a calcolo contributivo ( dal 1996 al 2023). Inoltre negli anni a venire il numero degli anni a calcolo retributivo diminuiranno ancora abbassando la percentuale di riduzione. Per poter indicare una percentuale di riduzione attendibile c’è bisogno di conoscere l’età del richiedente e l’ammontare delle retribuzioni percepite nella vita lavorativa.

In ogni caso si può affermare che nel tempo questa pensione, avendo sempre meno penalità sarà oggetto di una maggior richiesta. Quindi il maggior ostacolo alla sua realizzazione sarà la sostenibilità finanziaria attuale e futura anche perchè non sarà, e non può essere, riservata ai soli uomini. Dai requisiti qui indicati, questa nuova pensione anticipata, anche se chiamata opzione uomo fa più riferimento a quota 100 e 102 che ad opzione donna.

Angelo Vivenza

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