Comunicato unitario Fnp-Spi-Uilp Piemonte sulle decisioni della Regione sulle RSA
La Giunta Regionale tradisce gli anziani e le loro famiglie
Dopo i due anni terribili della pandemia e le decine di migliaia di morti tra gli ultra sessantacinquenni, la Regione Piemonte infrange le promesse più volte ribadite e dimentica gli impegni solenni di migliorare la situazione esistente.
Nel mese di luglio, approfittando della generale disattenzione per il caldo infernale, la guerra e persino la caduta del Governo, la Giunta Regionale ha deciso le dimissioni degli anziani dagli ospedali alle RSA invece che a strutture a valenza sanitaria e, posto in essere le basi per l’aumento delle tariffe delle RSA poi formalizzate all’inizio di settembre.
Vince l’indifferenza: chi non può pagare si arrangi
Le tariffe sono state aumentate del 5,1% per un ammontare medio di almeno 800€ all’anno in un periodo in cui l’inflazione a quasi 2 cifre e un aumento senza precedenti dei prezzi dell’energia taglieggiano le famiglie a reddito fisso.
E questo senza alcuna compensazione per le famiglie, aiuti che più volte e in varie sedi sono stati promessi. Perciò nessun aumento della quota sanitaria che possa mitigare la somma in più e neppure un finanziamento ai comuni perché sostengano le famiglie più povere. In attesa dei tanto reclamizzati Voucher, che se va bene si vedranno a gennaio, e sempre che non siano impiegati per altro, adesso il carico degli aumenti per un servizio rimasto come prima è a carico degli anziani.
Vince la cultura dello scarto: chi è vecchio e malato vada a morire nelle RSA
Gli ospedali possono dimettere gli anziani non più in fase acuta, ma ancora non guariti, inviandoli nelle RSA, senza fissare criteri di adeguatezza delle strutture alle condizioni sanitarie necessarie per un’adeguata assistenza anche sanitaria e non solo assistenziale. A nulla è valso chiedere che si esigessero standard diversi, come quelli dei CAVS, centri di ricovero a valenza sanitaria. La DGR precisa anzi che le caratteristiche possano rimanere quelle attuali, questo vuol dire che in media ci sono 24min di assistenza infermieristica ogni 24ore, che può non essere presente il medico in struttura e che una parte cospicua del personale non abbia neppure la qualifica di OSS.
Insomma per chi è vecchio e non autosufficiente il destino è l’ospizio
Il sindacato dei pensionati insieme alle confederazioni ha lanciato da tempo la sfida per un nuovo modello di Assistenza degli anziani che privilegi la domiciliarità o modelli di autonomia abitativa protetta e solidale, che trasformi le RSA in hub sanitari ed assistenziali, supporti a progetti di vita e con reparti a valenza sanitaria per le situazioni molto gravi. Nulla di tutto questo è nella mente di chi governa la Regione, le nostre parole sono cadute nel vuoto, vuoto di idee, di prospettive, di futuro.
Mercoledì 26 ottobre uscirà un’inserzione unitaria sul quotidiano ‘La Stampa’ nelle pagine locali. Nei prossimi giorni i Sindacati dei Pensionati CGIL-CISL-UIL promuoveranno ulteriori iniziative.
Categoria: Attualità