Assemblea nazionale dei delegati e pensionati della Cisl: “Migliorare la Manovra, contrattare le riforme”

lunedì 19 Dicembre 2022 / Focus

Il 15 dicembre all’Auditorium del Massimo Roma si è tenuta l’Assemblea nazionale dei delegati e dei pensionati Cisl svoltasi per discutere sulla manovra economica e sulle proposte di modifica presentate dalla Cisl al governo ed a tutte le forze parlamentari.

Il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ha commentato: “La Cisl pensa che in questa fase lo sciopero è sbagliato perché, in una condizione di grande difficoltà delle famiglie, scarica costi economici sulle spalle dei lavoratori e trasferisce tensioni e conflitti nei luoghi di lavoro e nelle aziende. Ecco perché stiamo articolando la nostra mobilitazione con assemblee nei luoghi di lavoro, iniziative nei territori e oggi con una grande assemblea di delegati e pensionati”.

Sulle pensioni: “Importante e da non sottovalutare di aver disinnescato dal primo gennaio 2023  lo scalone di 5 anni della legge Fornero“. ma “a condizione che parta come abbiamo già definito il 19 di gennaio un tavolo di confronto per giungere ad una riforma complessiva del sistema pensionistico  e previdenziale  per restituire allo stesso profili di flessibilità, di inclusività, di sostenibilità, di stabilità delle regole. Penso alla stretta ingiustificata e sbagliata su “Opzione donna”: difendere e sostenere la maternità non ha nulla a che fare, ma proprio nulla, con la discriminazione delle donne che non hanno figli. Su opzione donna il governo deve tornare sui proprio passi. Togliere i vincoli  ed assicurare gli attuali requisiti. Anche per una ragione  semplice e banale: le donne che decidono di uscire con questa misura devono sopportare  il peso e la difficoltà di una condizione che calcola  quel trattamento pensionistico con il contributivo puro  che significa tagliare la pensione in alcuni casi dal 25 al 35 %. Sbagliato aggiungere  a queste penalizzazioni altre, vale a dire la possibilità di uscire nel senso che una donna può uscire a 58 anni  se ha due figli, a 59 se ne ha 1,  diversamente esce a 60. Quale ragione è questa? E se una donna non ha potuto avere figli  o se ha fatto una scelta personale, familiare, legata anche alla  condizione lavorativa, perché penalizzarla? Il Governo deve tornare sui propri passi”. 

All’evento era presente anche una delegazione Fnp Piemonte.

 

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