Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil contro l’Insit di Montà d’Alba per tutelare la salute dei lavoratori
Nonostante il Dpcm 22 marzo 2020 imponga la chiusura di molte attività produttive non essenziali per motivi di tutela della salute dei lavoratori, diverse aziende, pur rientrando in questo elenco, non rispettano tale imposizione.
E’ quello che sostengono le federazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl, e Fillea Cgil nei confronti della Insit di Monforte d’Alba specializzata nella produzione di articoli tecnici in gomma stampata ed in elastomero termoplastico per le industrie dell’automotive e della componentistica, come afferma il segretario generale Filca Cisl, Vincenzo Battaglia.
“Abbiamo dovuto intervenire, nostro malgrado con una diffida in quanto non sono bastate le preoccupazioni manifestate dai lavoratori e i ripetuti appelli alla azienda di manifestare senso di responsabilità. Tutte le richieste delle rsu sono cadute nel vuoto.
Convinti che il groviglio di pasticci da parte del governo non ci ha aiutati in questa fase così delicata, ci siamo rivolti al prefetto perché si arrivi ad una soluzione definitiva di questa situazione potenzialmente pericolosa per la salute dei lavoratori.
Nella missiva, inviata alla direzione della Insit ed al Prefetto le tre organizzazioni sindacali diffidano la società in indirizzo ad attenersi scrupolosamente alle disposizioni di legge, disponendo l’immediata sospensione di ogni lavorazione ancora in atto, evidenziando che eventuali danni alla salute dei lavoratori saranno ritenuti riconducibili alla dell’impresa “con ogni conseguenza di legge”
Da evidenziare inoltre che poche ore fa si è concluso l’incontro tra governo e sindacati durante il quale si è ridotto l’elenco delle produzioni realmente indispensabili per la sostenibilità del paese. Inoltre i prefetti dovranno coinvolgere le organizzazioni sindacali nei territori per le autocertificazioni delle imprese.
Due elementi che rafforzano le richieste delle tre federazioni sindacali per tutelare la salute dei cento lavoratori dell’Insit di cui un’ottantina operai.
Alfonso Territo
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