Crisi Abet: iniziata la trattativa tra sindacati e vertici aziendali per giungere ad una soluzione. Il sindacato conferma la richiesta della cassa integrazione straordinaria
Poco più di un anno fa (novembre 2017) festeggiava con enfasi i suoi “primi 60 anni”. Oggi sta vivendo il suo momento più difficile. Stiamo parlando della crisi Abet, l’azienda di Bra specializzata nella produzione di laminati plastici che rappresenta il sito produttivo più importante del territorio braidese.
La crisi
Il 22 gennaio le lancette dell’azienda si erano fermate. I vertici aziendali, con una veloce comunicazione alle rsu di stabilimento e senza convocare le segreterie provinciali della delle categorie avevano annunciato l’esubero di 112 posti di lavoro sui 650 attuali.
Alla base di questa drastica decisione c’era la necessità, secondo la società, di competere con la concorrenza estera, dove i costi del lavoro sono inferiore rispetto a quelli italiani, diminuendo i costi di produzione.
E’ iniziata così la crisi Abet, senza nessun segnale che potesse dare adito ad un simile provvedimento ancor più, come menzionato poc’anzi, che solamente due mesi prima si era festeggiato il 60° anniversario dalla sua nascita al quale avevano partecipato dirigenti, clienti e fornitori.
La trattativa
Un mese di incontri tra le controparti, scioperi e presidi hanno portato all’incontro presso il Ministero del Lavoro tra vertici aziendali e sindacali svoltosi a Roma all’inizio della settimana.
“Il confronto svoltosi a a Roma ha aperto uno spiraglio all’utilizzo della cassa integrazione – afferma il segretario della Femca Cisl di Cuneo, Aldo Pellegrino – un’opportunità che abbiamo ripreso nel confronto che si è appena riaperto nella sede braidese dell’Abet con i vertici dell’azienda. La trattativa riprenderà mercoledì 27 febbraio – prosegue il dirigente Femca Cisl – sino ad allora sono sospese le iniziative di sciopero mentre prosegue il blocco degli straordinari”.
Al “tavolo romano” i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito le loro richieste riassumibili nell’utilizzo della cassa integrazione straordinaria, della formazione professionale e della mobilità volontaria per gli esuberi. Inoltre un gruppo compreso tra 40 e 50 lavoratori dovrebbe essere assunto dall’azienda alla quale sarà affidata l’esternalizzazione di tutta la logistica.
L’apertura della trattativa e sicuramente una bella notizia per cercare una soluzione alla crisi dell’Abet. L’azienda è un punto catalizzatore di tutto il braidese perché le persone (insieme alle loro famiglie) coinvolte rappresentano un numero decisamente maggiore a quelle occupate nello stabilimento: infatti ad esse è necessario aggiungere tutte quelle create dall’indotto.
La crisi Abet ha creato un forte disagio in tutta la comunità e di essa si stanno occupando anche la sindaca di Bra, Bruna Sibille, con l’amministrazione comunale oltre ai parlamentari Chiara Gribaudo (Camera dei Deputati) del Pd ed il senatore Giorgio Bergesio della Lega Nord.
Alfonso Territo
Categoria: Attualità, Industria, Territorio, Vertenze