Raccolta della frutta coinvolta nell’emergenza coronavirus. Necessario garantire sicurezza sul lavoro ed ospitalità ai lavoratori stagionali
Anche l’agricoltura è in forte difficoltà a causa del coronavirus. Un’emergenza che si manifesterà tra poche settimane quando inizierà la raccolta della frutta.
Da anni ormai questo importante lavoro stagionale viene effettuato da manodopera costituita da stranieri, in particolare africani. Ogni anno la zona del saluzzese viene abitata da centinaia di questi lavoratori che offrono un aiuto ormai indispensabile alla raccolta della frutta coprendo tutto le necessità che riguardano la quella di mele, pesche, pere, kiwi, oltre ai piccoli frutti quali lamponi, mirtilli, fragole, uva.
Attività che quest’anno rischia di peggiorare a causa delle norme di salute e sicurezza legate all’emergenza coronavirus. Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil sono già intervenute per chiarire alle associazioni imprenditoriali di settore le loro condizioni che riguardano le condizioni di ospitalità do questi lavoratori e le forme contrattuali da utilizzare per la garanzia di un equo rapporto di lavoro. Su quest’ultimo argomento sgombrano subito il campo dall’utilizzo dei voucher.
“Si vuole rispondere alla necessità di manodopera nella raccolta della frutta con uno strumento che precarizza il lavoro garantendo basso costo e ampia flessibilità all’impresa ma nessuna tutela per il lavoratore e che risulta improprio in quanto è previsto per il solo lavoro accessorio e non per quello ordinario – afferma il segretario generale della Fai Cisl di Cuneo, Franco Ferria – ciò sarebbe inoltre lesivo della dignità dei lavoratori agricoli che, a maggior ragione in questo momento di emergenza, dovrebbero vedere riconosciute le piene tutele contrattuali, oltre che le misure di sicurezza previste dal Governo. Il rischio di mancanza di manodopera legato alle condizioni più restrittive dovute all’emergenza coronavirus può essere risolto con l’incrocio tra domanda ed offerta di lavoro fatta al centro per l’impiego attraverso una lista pubblica a cui tutti possano accedere – prosegue Ferria – un’opzione che rappresenta garanzia di legalità in un settore martoriato dal lavoro grigio e dal caporalato. In considerazione delle difficoltà economiche a cui andremo incontro dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria è indispensabile che ai lavoratori, al di là della provenienza, vada garantita l’applicazione dei contratti collettivi di riferimento.”
L’ospitalità di questi lavoratori è una questione che ogni anno crea problemi nei territori dove lavorano gli extracomunitari. Le aziende che sono riuscite a risolverli negli anni passati, riusciranno ad affrontare le ulteriori restrizioni previste dall’emergenza coronavirus.
“Sempre, ma in particolare in questo periodo così particolare, ritengo che siano da evitare scenari in cui l’arrivo di lavoratori venga derubricato a problema di ordine pubblico – afferma il segretario generale della Cisl di Cuneo, Enrico Solavagione – è necessario invece che le autorità competenti (prefettura, protezione civile e comuni) agiscano di concerto per gestire la situazione abitativa e garantiscano un presidio medico permanente nella zona di concentramento dei lavoratori stagionali. Per quanto ci riguarda saremo sempre molto attenti alle necessitò ed ai diritti di questi lavoratori che svolgono un servizio importante per la nostra comunità”.
Alfonso Territo
Categoria: Attualità, Emergenza COVID-19, Territorio