Terme di Acqui, salvi solo metà dei lavoratori
Con la chiusura definitiva del Grand Hotel e la riapertura imminente dello stabilimento termale solo 11 lavoratori su 22 conserveranno il posto di lavoro
È una vittoria a metà. Da un lato, la soddisfazione di aver salvato lo stabilimento termale, con i suoi 11 dipendenti e di riflesso tutto il comparto turistico acquese, dall’altro, l’amarezza di non essere riusciti ad evitare la chiusura del Grand Hotel e di conseguenza il licenziamento dei restanti 11 lavoratori.
È questo lo stato d’animo di sindacalisti e rappresentanti delle istituzioni all’indomani dell’accordo raggiunto, dopo una serrata trattativa, tra le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, l’assessorato regionale al Lavoro, Confindustria e la Società Terme Spa.
“L’intesa – hanno dichiarato subito dopo la firma dell’accordo le tre sigle sindacali territoriali di Cgil Cisl Uil del settore turismo e commercio – ha permesso di scongiurare la precarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori per le prossime due stagioni, prevedendo, allo stesso tempo, un sostegno economico per i dipendenti del Grand Hotel che purtroppo non riaprirà. Abbiamo davanti a noi due anni intensi che vedranno l’apertura di un tavolo tecnico permanente per sollecitare e monitorare le iniziative regionali messe in campo direttamente dall’assessore al Lavoro e dallo stesso presidente Cirio”. Con l’intesa sottoscritta nei giorni scorsi, gli stabilimenti termali di Acqui riapriranno già questa estate.
“Un risultato importante – ha commentato il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio – che rappresenta l’impegno assunto da tutta la Giunta in occasione della presenza ad Acqui. Ma è soltanto l’inizio di un percorso che deve nuovamente rilanciare le Terme di Acqui nel mondo”.
Per l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, l’impegno della Regione “persisterà con la stessa attenzione e perseveranza dimostrate fin dal primo giorno e con la piena disponibilità nell’attivazione di misure regionali dedicate”.
Anche dall’assessorato regionale alla Sanità hanno fatto sapere che già nei prossimi giorni è in agenda un incontro per valutare le possibili opportunità di sviluppo di nuove attività di tipo sanitario nell’impianto termale.
Agli undici lavoratori del Grand Hotel licenziati sono state riconosciute sei mensilità come incentivo all’esodo e la precedenza all’assunzione in caso di nuove opportunità di lavoro legate sempre alle terme. Invece agli undici lavoratori dello stabilimento termale, confermati a tempo indeterminato, verrà applicato per il periodo in cui l’attività delle terme è ferma (tra novembre e marzo) un contratto di solidarietà con scadenza novembre 2023.
“L’impegno da parte nostra per portare a casa il miglior risultato in favore dei lavoratori – ha dichiarato a Conquiste Antonio Anselmo, segretario generale della Fisascat Cisl Alessandria-Asti – è stato massimo. Non potevamo fare di più. Il riavvio delle attività nel corso dell’estate consente di mettere la prima pietra a garanzia di continuità e di rilancio di un importante e strategico settore per la città di Acqui e l’intera provincia di Alessandria. Resta l’amarezza per la chiusura del Grand Hotel e il licenziamento di 11 lavoratori, ma continueremo a monitorare la situazione per una loro futura ed eventuale ricollocazione”. Per il segretario generale della Cisl Alessandria-Asti, Marco Ciani: “L’intesa sulla riapertura delle terme è certamente una buona notizia perché riaccende la speranza per la ripartenza dell’intero comparto ricettivo acquese. Questa vicenda ha dimostrato ancora una volta l’importanza dei compi intermedi, come il sindacato, e la necessità di un confronto continuo e costante con i soggetti imprenditoriali e istituzionali su temi che riguardano il lavoro e lo sviluppo del territorio”. (da Conquiste del Lavoro del 4 giugno 2021)
Rocco Zagaria
Categoria: Focus