Stabilimento Pernigotti di Novi Ligure. Futuro ancora incerto, è necessaria maggiore chiarezza sul piano di rilancio!

venerdì 26 Novembre 2021 / Focus

Mercoledì 24 novembre si è tenuto un incontro al MISE per discutere sul futuro dello stabilimento della Pernigotti di Novi Ligure. Hanno preso parte al tavolo le organizzazioni sindacali di categoria FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL, la proprietà dell’azienda, i funzionari ministeriali, il sindaco di Novi Ligure più i rappresentanti della Regione Piemonte e Lombardia (l’azienda ha una sede commerciale a Milano).

Per la FAI CISL di Alessandria Asti erano presenti Enzo Medicina, Segretario Generale e Annalisa Minetto, componente di Segreteria. I loro commenti a caldo hanno fatto trasparire una certa insoddisfazione e preoccupazione a seguito della poca chiarezza sulla strategia industriale che la società vuole adottare in futuro. Si è parlato di nuovi investimenti strutturali nello stabilimento di Novi Ligure, al momento non riscontrabili. L’unica certezza è la cassa integrazione che coinvolge gli 80 dipendenti ed il ritardo sulla produzione per la stagione Natalizia.

Per completezza d’informazione segue il comunicato stampa del 24 novembre di FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL

“Apprezziamo che per la prima volta dopo anni la proprietà Pernigotti abbia preso parte a una riunione in sede istituzionale, è un segnale importante, non siamo però soddisfatti delle risposte che ci sono state fornite. Riteniamo, infatti, necessario fare chiarezza sul piano di rilancio dello stabilimento di Novi in coerenza con quanto sottoscritto in occasione dell’apertura della cassa integrazione per reindustrializzazione e sulle azioni concrete messe in atto dall’azienda”.

Lo affermano in una nota unitaria Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil dopo la riunione appena terminata a Roma presso il ministero dello Sviluppo economico con la proprietà turca di Pernigotti. Alla riunione, voluta dagli stessi sindacati, hanno preso parte la proprietà dell’azienda, il Coordinatore della struttura crisi di impresa del Mise, Luca Annibaletti, il responsabile della segreteria tecnica del viceministro Todde, Stefano D’Addona, il sindaco di Novi, rappresentanti di Regione Piemonte e Lombardia.

“La famiglia Toksoz – spiegano i sindacati, per i quali sono intervenuti rappresentanti sia nazionali che territoriali – ha annunciato ipotesi di investimenti da parte di altri partner e 200mila euro di acquisto di nuovi macchinari in arrivo nelle prossime settimane. Non è la prima volta che assistiamo ad annunci simili, per cui abbiamo chiesto e ottenuto un nuovo incontro, entro fine dicembre, per conoscere più dettagli sia sulle eventuali negoziazioni in corso che sui tempi di realizzazione degli investimenti. Inoltre, abbiamo ottenuto entro fine gennaio una nuova convocazione al Mise con tutte le parti per verificare quanto realizzato sulla ripresa delle attività produttive e sugli investimenti commerciali che devono essere le priorità per dare certezze agli 80 lavoratori coinvolti”.

“Registriamo positivamente che l’azienda abbia ribadito di voler tutelare il marchio e consolidare lo stabilimento italiano – concludono Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil – ma chiediamo al Mise di continuare a tenere alta l’attenzione sulla vertenza, perché servono prove tangibili di una riorganizzazione dello stabilimento che al momento non si è ancora vista e per la quale appaiono decisamente insufficienti i 4 milioni di euro di investimenti previsti e non del tutto effettuati. L’unica cosa concreta che abbiamo visto fino ad oggi sono stati gli ammortizzatori sociali messi in campo con risorse pubbliche, con una cassa che andrà in scadenza a giugno 2022. Nel frattempo, nello stabilimento di Novi non si è prodotto per la campagna natalizia e salterà anche quella pasquale, esattamente come lo scorso anno”.

 

Categoria: