Ecco come sarà l’ufficio del futuro tra smart working, ologrammi e spazi 3D

martedì 13 Luglio 2021 / Focus

Molti dei cambiamenti cui il corona virus ci ha obbligati non tramonteranno con la fine dell’emergenza. In particolare, le abitudini lavorative sembra ne usciranno fortemente modificate. L’ambito che forse più di tutti subirà cambiamenti è quello dell’ufficio.

Quanto accaduto sin dalla primavera 2020 ha determinato una grande accelerazione dello smart working e questo ci porta a chiedere che significato abbia ancora l’ufficio fisico. Senza mettere in dubbio la comodità e la sostenibilità dello smart working, esistono valori nello spazio fisico che mancano nel digitale: la casualità degli incontri, lo scambio di idee e il continuo confronto con la diversità.

La flessibilità scoperta con lo smart working lascia immaginare modelli alternativi e certamente più sostenibili dal punto di vista ambientale: meno pendolarismo significa meno traffico, trasporti pubblici meno congestionati e una qualità della vita migliore. In molti casi l’ufficio però rimane importante per le relazioni, per la nascita di nuove idee e per il mantenimento di una cultura aziendale condivisa. Per questo non scomparirà, specialmente per quei lavori basati sulla creatività. È tuttavia ragionevole aspettarsi una riduzione della domanda di spazi di lavoro.

Il lavoro potrebbe assumere una forma sempre più ibrida. Il futuro dell’ufficio potrebbe essere basato sul modello Hub and Spoke (Perno e Raggio), che sta prendendo piede tra le tech company: le aziende avrebbero un sistema organizzativo basato su un hub centrale e tante sedi locali. Tutte collegate da un unico sistema tecnologico.

Quella dell’Hub and Spoke sembra essere la strategia più adottata in questo periodo di pandemia. Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha affermato che l’azienda sta già progettando mini uffici satellite così da offrire ai dipendenti spostamenti più flessibili. L’aumento del numero di uffici potrà essere una delle possibili realtà di lavoro ibrido-flessibile che permetterà ai dipendenti di lavorare sia da remoto che in un ufficio direttamente connesso.

Il digitale è diventato una risorsa fondamentale di interazione e supporto. Le tecnologie emergenti di comunicazione e collaborazione virtuale promettono di unire una forza lavoro sempre più dispersa grazie ad avatar, riunioni olografiche, mondi virtuali. Collaborare come se fossero nello stesso posto ed essere presenti anche se non fisicamente insieme. L’industria dell’entertainment ne fa un uso sempre più frequente: dai circhi senza animali agli show totalmente immateriali. Ma anche l’healthcare, nello specifico la chirurgia, e la logistica stanno puntando moltissimo su questa direttrice di sviluppo per migliorare i propri processi.

L’olografica è un tema dibattuto ormai da qualche anno come evoluzione della collaborazione e formazione aziendale a distanza. Alcune startup già stanno sperimentando la proiezione olografica per rendere più immersivi e coinvolgenti riunioni e corsi di formazione in remoto.

Molte aziende hi tech stanno investendo nella collaborazione remota, consentendo alle aziende di tenere riunioni in uno spazio di lavoro olografico grazie ad avatar, pur non trovandosi nella stessa posizione geografica. Durante queste esperienze virtuali condivise, inizialmente gli utenti useranno degli avatar, ma in un prossimo futuro non è escluso che potranno “materializzare” un proprio ologramma.

I partecipanti potranno interagire attraverso il proprio avatar in mondi 3D che sono la fedele riproduzione degli spazi lavorativi reali. Gli spazi tridimensionali sono adatti a molte applicazioni, poiché possono essere utilizzati dai gruppi di lavoro per diverse ragioni e sarà lo stesso team che potrà gestire l’allestimento del proprio spazio virtuale. Si possono simulare ad esempio delle scaffalature di un supermercato su cui disporre delle merci, visitare un negozio virtuale, progettare un’automobile, ecc.

La corsa è partita e non sarebbe così futuristico pensare che tra dieci-vent’anni queste tecnologie saranno diffuse in ogni azienda, come lo sono adesso Zoom o Microsoft Teams.

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