Pernigotti, ultima chiamata

lunedì 13 Giugno 2022 / Focus
Pernigotti corteo protesta
Lavoratrici e lavoratori della Pernigotti in corteo alla manifestazione del Primo Maggio 19 a Novi

A fine mese scade la cassa integrazione per i 56 dipendenti dello stabilimento di Novi Ligure. Nei prossimi giorni nuovo vertice al Mise

“La storia di Pernigotti che sembrava infinita purtroppo tra meno di venti giorni avrà il suo epilogo. Non abbiamo nulla. Non ci sono acquirenti e l’attuale società sembra sparita. Avevamo fissato, tramite il ministero per lo Sviluppo economico, un incontro con la proprietà e i possibili acquirenti, ma non è mai avvenuto. Negli ultimi giorni sono anche arrivati nello stabilimento di Novi Ligure gli ispettori del Ministero del Lavoro per verificare che dei 4 milioni di euro di investimenti promessi dalla proprietà nulla è stato realizzato. Siamo in una situazione disperata perché alla fine del mese finiranno tutti gli ammortizzatori sociali e 56 famiglie non sanno che cosa succederà”.
In queste parole, dal tono amaro e preoccupato, pronunciate a Conquiste del Lavoro da Enzo Medicina, segretario generale della Fai Cisl Alessandria non c’è solo l’impotenza e lo stato d’animo di un sindacalista che vive da diversi mesi una vicenda che non sembra approdare a nulla, ma anche la fotografia di un marchio industriale completamente abbandonato al proprio destino.
Le ultime speranze dei 56 lavoratori (26 operai e 30 amministrativi) sono rivolte all’incontro congiunto, che si svolgerà nei prossimi giorni a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo economico.
Partecipando nei giorni scorsi a un appuntamento elettorale ad Alessandria, il ministro Giancarlo Giorgetti ha incontrato sindacati e rsu della Pernigotti.
“Gli incontri con la proprietà turca dei fratelli Toksoz – ha spiegato Giorgetti – proseguono. Ovviamente l’obiettivo del ministero è quello di promuovere un investimento che mantenga la produzione a Novi Ligure, la sede storica della Pernigotti. Per far questo, serve la collaborazione anche costruttiva e onesta da parte della proprietà. L’evoluzione è giorno per giorno. Il 30 giugno scade la cassa integrazione, quindi le idee dovranno essere chiare entro quella data”.
Giorgetti ha aggiunto anche che ci sono tanti pretendenti per Pernigotti. “Però – ha chiarito il responsabile dello Sviluppo economico – un conto sono i pretendenti, un conto è la realtà. E la realtà, oggi, è di un impianto con nulla di fatto. Quindi, la prima cosa da fare è capire, per immaginare il futuro, cosa vuol fare l’attuale proprietà. Poi, naturalmente, ogni tipo di soluzione e ogni interlocutore che voglia portare lavoro e produzione a Novi sarà sicuramente aiutato”.
Nei giorni scorsi sono arrivati nello stabilimento di Novi Ligure anche gli ispettori del Ministero del Lavoro. Motivo della visita: la verifica sulla mancata attuazione del piano industriale, grazie al quale la proprietà turca aveva ottenuto la cassa integrazione per ristrutturazione. Anche le trattative con Witor’s, possibile acquirente, sono naufragate nelle scorse settimane. L’azienda di Cremona in una nota ha addossato la responsabilità a Pernigotti che avrebbe deciso unilateralmente di sospendere il negoziato “adducendo complessità insorte nei rapporti con le maestranze e con le organizzazioni sindacali”.
Versione respinta categoricamente dai sindacati che non sono mai stati coinvolti né ascoltati durante le trattative. Nei prossimi giorni è attesa un’altra visita degli ispettori del lavoro sempre nella fabbrica di Novi Ligure. A quanto si apprende la proprietà vorrebbe richiedere al Mise un altro anno di cassa integrazione straordinaria, una sorta di anticamera alla chiusura delle attività.
“Su una cosa siamo d’accordo con il ministro Giorgetti – fanno sapere le organizzazioni sindacali di categoria – e cioè che gli errori della proprietà non devono ricadere sui lavoratori”. (Da Conquiste del Lavoro dell’11 giugno 2022)
Rocco Zagaria

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