La posizione della Cisl Alessandria Asti sulla manovra finanziaria: “va migliorata, ma lo sciopero non ci trova d’accordo”
Se CGIL e UIL hanno deciso di scendere in piazza e manifestare contro la manovra finanziaria; la CISL invece ribadisce la coerenza con la sua storia e con il suo profilo responsabile, propositivo, pragmatico, autonomo, contrattualista e partecipativo della rappresentanza sociale.
In tante assemblee, nei luoghi di lavoro e nei territori, la CISL sta illustrando i punti della manovra che trovano un riscontro nella sua “agenda sociale”, ma anche quegli aspetti che necessitano un correttivo ed un miglioramento.
Marco Ciani, Segretario generale Alessandria-Asti, Stefano Calella, Segretario generale aggiunto, Cristina Vignolo, Segretaria organizzativa hanno illustrato le ragioni della non adesione allo sciopero indetto da CGIL e UIL in una conferenza stampa che si è tenuta lunedì 12 dicembre presso la sede di via Tripoli.
A seguire una sintesi, tratta dall’articolo pubblicato sulla Vocediasti.it su quanto dichiarato dalla Segreteria della CISL di Alessandria Asti, nel corso della conferenza stampa:
Siamo e restiamo un sindacato autonomo, non la cinghia di trasmissione di qualcuno. Valutiamo sempre nel merito e su quello cerchiamo di esprimerci. In Italia il sindacato è plurale – ha spiegato il Segretario Ciani – noi rispettiamo le scelte altrui, ma vogliamo altrettanto rispetto per le nostre. Oltretutto, mi pare che nel recente passato gli scioperi generali indetti non abbiano avuto grande successo tra i lavoratori, riteniamo si debba ricorrervi solo come extrema ratio”.
Condizioni che, secondo la CISL, al momento non ci sono: “Il nostro giudizio sulla Manovra del Governo Meloni è articolato, ma dobbiamo anche tenere conto dei tempi strettissimi nei quali è stata realizzata e delle difficoltà contingenti, nazionali ed internazionali. C’è indubbiamente un problema di tenuta sociale e, poiché ci attendiamo un 2023 piuttosto complicato, non vogliamo amplificare malesseri esistenti”.
Il segretario generale è poi passato ad analizzare in estrema sintesi i punti salienti della Manovra, indicando quelli in cui il sindacato è più concorde e quelli più critici.
Tra i primi rientra la riforma previdenziale, che “ha comportato lo scongiuramento dello scalone Fornero, legge ormai vecchia oltre la quale bisogna andare”. Positivo anche il giudizio sulla rivalutazione delle pensioni e ‘Opzione donna’, anche se “occorre rimuovere vincoli che hanno limitato l’accesso alle sole madri”.
Bene anche che una considerevole porzione dei fondi siano stati destinati all’abbattimento delle bollette: “Vero che arriva fino al 30 marzo – ha commentato – ma sarebbe stata la stessa cosa con qualsiasi altro governo. Siamo favorevoli anche alla tassazione degli extraprofitti sulle società energetiche, così come sul tassare multinazionali del digitale e della logistica che spesso pagano tasse irrisorie e fanno concorrenza sleale rispetto ai produttori locali”.
Tra le altre misure apprezzate anche la riduzione dell’IVA su alcuni beni essenziali “anche se le nostre richieste erano finalizzate a ottenerla su più prodotti” e la detassazione dei premi di risultato, così come la riduzione del cuneo fiscale.
Giudizio meno positivo per quanto riguarda gli altri aspetti fiscali: “Non ci piacciono tutte le misure che vanno in direzione di favorire possibile evasione fiscale – ha precisato ancora Ciani – Ciò premesso, credo comunque non siano l’innalzamento del contante a 5.000 euro o la soglia dei pagamenti elettronici al di sopra dei 60 euro a far esplodere piuttosto che sparire l’evasione. Si tratta, però, di provvedimenti che danno pericolosi segnali di tolleranza. Non possiamo rassegnarci ad essere un Paese in cui pagano sempre i soliti. Inoltre, l’evasione spesso maschera forme di illegalità anche più gravi e da perseguire con fermezza”.Bocciatura anche per l’allargamento dei voucher lavoro che “rischiano di rimettere in piedi problematiche di caporalato e di lavoro nero”.
Ciani ha poi toccato il delicatissimo tema del reddito di cittadinanza: “Fin da principio – ha ricordato – la CISL ha sempre sostenuto che è un’ottima misura per contrastare la povertà, ma che al contempo presentava problemi se la si considera strumento per le politiche attive. E’ da rivedere, ma non può essere cancellato perché non possiamo permetterci di mandare la gente per strada: va però accompagnato da misure di politiche attive realmente efficaci”.
Giudizio sostanzialmente positivo, sia pure con alcune precisazioni, sul rifinanziamento per il pubblico impiego (“E’ un po’ basso rispetto all’inflazione galoppante”) e i provvedimenti sulla scuola: “Bene i 150 milioni di euro destinati al personale scolastico, ma è necessaria contrattazione e riprogrammazione della rete scolastica per evitare una riduzione dell’organico dirigenziale”.
“Come ho avuto modo di illustrarvi – ha aggiunto il segretario generale – il nostro è un giudizio estremamente articolato, ma senza alcun obiettivo politico. Vogliamo riportare il Paese su un percorso di crescita, che possa generare incrementi di salari e pensioni e non vediamo come uno sciopero generale possa rappresentare una valida opzione per cambiare le cose in positivo”.
“Del resto – ha concluso – anche l’anno scorso non abbiamo scioperato e ci hanno detto che sbagliavamo perché la Manovra era iniqua. Ciò nonostante, poche settimane fa l’Istat ha certificato che le politiche per le famiglie del governo Draghi hanno ridotto le disuguaglianze, quindi alla fine avevamo ‘visto bene’ noi e riteniamo che quello possa essere un buon precedente”.
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