Ex Ilva, piano industriale ArcelorMittal irricevibile, il 10 dicembre sciopero a Novi e in tutti gli stabilimenti!
“Il piano industriale presentato da ArcelorMittal è irricevibile. I 6.300 esuberi ipotizzati da ArcelorMittal non possono neanche essere presi in considerazione. Per Fim Fiom Uilm l’accordo del 6 settembre 2018 è ancora valido e vincolante”.
Per queste ragioni le segreterie nazionali di Fim Fiom Uilm proclamano per martedì 10 dicembre 24 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti di ArcelorMittal e nell’indotto con manifestazione a Roma che confluirà nell’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil già programmata a piazza Santi Apostoli.
-> Video con intervento A.M. Furlan, leader Cisl
Mobilitazione no stop per i 700 lavoratori di Novi e dell’indotto. No agli esuberi!
Dopo le difficoltà causate dall’ondata di maltempo di fine ottobre, in queste settimane si è abbattuta un’altra “tempesta” sulle teste deì 700 dipendenti dell’ex ILVA di Novi Ligure (AL) più oltre 300 lavoratori dell’indotto, con l’annuncio del gruppo franco-indiano ArcelorMittal di rescindere dall’accordo siglato un anno fa per l’affitto con acquisizione dell’azienda e di alcune controllate.
E’ stato un autunno nero e carico di tensione non solo per i 10mila addetti impiegati negli stabilimenti di Taranto, Novi, Racconigi e Genova, ma anche per migliaia di lavoratori degli appalti e dell’indotto, con un numero che arriverebbe quasi a 20mila unità.
I lavoratori hanno già pagato a caro prezzo colpe che non hanno, no a concessioni ed esuberi
Il 29 novembre, al teatro Giacometti di Novi L.re (AL), si è svolto il Consiglio comunale aperto interamente dedicato alla vertenza ex Ilva.
Sono intervenuti Salvatore Pafundi, Segretario generale Fim Cisl Alessandria Asti, Moreno Vacchina, Segretario FIM terr.le, e Marco Ciani, Segretario generale Cisl Alessandria-Asti (-> galleria fotografica)
“Sull’ex Ilva bisogna ritrovare la strada della responsabilità, l’azienda deve tornare sui suoi passi ritirando la procedura di recesso del ramo d’azienda e confermando gli impegni sul piano industriale, ambientale, occupazionale contenuti nell’Accordo di un anno fa. Il Governo al tempo stesso assicuri subito il ripristino delle condizioni giuridico legali per mandare avanti gli interventi di ambientalizzazione e bonifica del sito“, le dichiarazioni di Cisl e Fim subito dopo l’ultimo incontro Governo-proprietà ArcelorMittal del 22 novembre.
“Ogni alternativa evoca il pericolo di accordi peggiorativi sulla pelle dei lavoratori, ai quali la Cisl si opporrebbe con tutte le forze. E’ impensabile ipotizzare la riduzione della produzione, così come e’ inaccettabile parlare di esuberi a poco più di un anno da un’intesa in cui Arcelor Mittal si impegnava a non fare licenziamenti, recuperando anche la manodopera in cassa integrazione e in amministrazione straordinaria. Il negoziato va ricucito e il dialogo deve necessariamente includere il sindacato“.
-> Il comunicato del Consiglio di fabbrica ex Ilva di Novi del 22/11/19
Il 18 novembre una notizia che è sembrata uno uno spiraglio dopo tanto buio: il colosso franco indiano ArcelorMittal dichiara la sospensione del piano di fermata degli altiforni di Taranto, piano annunciato pochi giorni prima. Nella stessa serata le organizzazioni sindacali sono salite al Quirinale per incontrare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricordato come quello dell’ex Ilva sia un grande problema nazionale che va risolto con tutto l’impegno e la determinazione, non solo per le implicazioni importantissime sul piano occupazionale ma anche su tutto il sistema industriale italiano: il video con le dichiarazioni di A.M. Furlan, leader Cisl, subito dopo l’incontro con il Capo dello Stato.
Senza dimenticare che la crisi ha toccato anche migliaia di aziende dell’indotto, le più colpite quelle di trasporto, per questo motivo gli autotrasportatori legati ai siti piemontesi e liguri di ArcelorMittal hanno incrociato le braccia inizialmente il 18 e 19 novembre (poi sospesa come segno di solidarietà agli operai), a causa dei mancati pagamenti che ammontano ad un totale di circa 2 milioni di euro; ma c’è grande preoccupazione anche per le imprese di pulizia, per tutti coloro che forniscono vario materiale e persino per il servizio mensa dei lavoratori.
-> Tutti gli aggiornamenti sul sito Fim Cisl
12 novembre: i lavoratori dell’ex Ilva protestano davanti ai cancelli di Novi ed alla Prefettura di Alessandria
Lavoratori ed organizzazioni sindacali hanno risposto con una grande mobilitazione davanti all’annuncio di ArcelorMittal di voler rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività della più grande acciaieria d’Europa e di alcune controllate: con uno sciopero di 24 ore per la giornata del 12 novembre, insieme ai presìdi davanti allo stabilimento di Novi (a cui ha partecipato Marco Bentivogli, leader Fim Cisl nazionale) e davanti alla Prefettura di Alessandria per sottolineare l’allarme sociale che coinvolge migliaia di famiglie.
Questo ha spiegato Salvatore Pafundi, Segretario generale Fim Cisl Alessandria Asti, al termine dell’incontro con il Prefetto di Alessandria (il video integrale in fondo alla pagina):
Servizi Tg locali/regionali/nazionali del 12.11.19:
-> dal Tg5: il video
-> dal Tg Rai Piemonte: il video
-> dal Tg Telecity 24 News: il video
Una vera e propria bomba sociale che non doveva essere innescata, visto che i lavoratori coinvolti, tra gli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi sono circa oltre 10mila, a cui vanno sommati anche quelli degli appalti e dell’indotto, con il numero dei lavoratori coinvolti che arriverebbe quasi a 20mila unità; quasi 700 gli addetti impiegati nel solo sito di Novi L.re (Al) oltre all’indotto, che “sono fondamentali e che difenderemo in tutti i modi”, ha sottolineato Pafundi, insieme ai colleghi di Fiom e Uilm territoriali subito dopo l’incontro con il Prefetto di Alessandria Antonio Apruzzese.“Abbiamo ribadito al Prefetto, a cui va il nostro ringraziamento per l’attenzione e prezioso supporto, che percorreremo tutte le strade affinché in questo tessuto sociale non vada disperso un solo posto di lavoro”.
“Questo è il momento in cui il governo dovrà dimostrare di essere Governo“, ha detto Marco Bentivogli, Segretario generale Fim Cisl nazionale, aprendo lo sciopero dei lavoratori a Novi. “La situazione è drammatica perché l’Italia senza siderurgia si avvia verso una desertificazione a livello industriale”.
I lavoratori e le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici ringraziano i colleghi provenienti da altre aziende sono venuti a portare la loro solidarietà sia a Novi che ad Alessandria.
Presto a Novi sarà organizzato un consiglio comunale aperto sulla vicenda ex Ilva: è stato deciso con un documento nel quale Sindaco e Giunta si impegnano ad intervenire con il Governo, al fine di arrivare “ad una rapida e positiva soluzione della vertenza che preveda il rispetto degli impegni assunti dal gruppo ArcelorMittal”.
-> La galleria fotografica della mobilitazione a Novi e Alessandria
4 novembre, inizia l’incubo…
-> Il servizio del Tg Rai Piemonte del 7 novembre (dal min. 5,20) con intervento della Fim sulla situazione degli stabilimenti piemontesi di Novi L.re e Racconigi (TO)
La Fim CISL, insieme alle altre organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, ha proclamato uno sciopero di tutti gli stabilimenti ex ILVA in tutta Italia; l‘11 novembre a Novi L.re ci sarà l’assemblea dei lavoratori, con cui verranno definite le modalità dello sciopero nazionale di 24 ore.
Il 4 novembre la proprietà ha notificato ai commissari straordinari dell’azienda la volontà di rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività della più grande acciaieria d’Europa e di alcune controllate, in base all’intesa siglata oltre un anno fa, in seguito all’aggiudicazione del bando indetto dal Mise.
Il 6 novembre ArcelorMittal ha inviato al Mise e ai commissari straordinari la comunicazione relativa alla retrocessione delle aziende e dei dipendenti, spiegando che il recesso del contratto deriva dall’eliminazione della protezione legale.
La procedura di recesso – ex articolo 47 della legge 2428/90 – prevede la cessione del ramo d’azienda che coinvolgerà 12 siti per un totale di 10.777 dipendenti del perimetro aziendale oggetto di trasferimento ai commissari.
La Fim CISL ha immediatamente proclamato uno sciopero con presidio davanti allo stabilimento di Taranto.
“La partita si fa molto più dura adesso – sottolinea il segretario della Fim Cisl Alessandria-Asti Salvatore Pafundi. “A livello nazionale sono in corso riunioni per tentare quantomeno di evitare di aver buttato al vento un lavoro portato avanti con tanta difficoltà da un gruppo che ha investito 4, 2 miliardi di euro: il più grande investimento fatto in Italia negli ultimi anni” .
Come se non bastasse a Novi si aggiungono altre preoccupazioni, legate ai gravi danni agli impianti provocati dal maltempo di fine ottobre con conseguente attivazione della cassa integrazione.
“Il gruppo ArcelorMittal e’ stato durissimo. I 5mila esuberi dichiarati, il no alle proposte che ha fatto il Governo, evidenziano una intransigenza dell’azienda. Stanno alzando il tiro e puntano ad ottenere il massimo. Ma la nostra posizione sindacale non cambia: l’azienda deve cambiare linea e deve soprattutto ritirare la procedura di riconsegna del personale, degli impianti e degli stabilimenti all’amministrazione straordinaria di Ilva”.
Così Valerio D’Alo’, Segretario nazionale Fim Cisl, davanti alla fabbrica di Taranto (qui sotto il video).
La Fim attende risposte per capire quale sia il futuro di questa grande azienda che, da sola, vale l’1,4 per cento del nostro Pil.
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P.Toriggia
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