Il Polo del freddo di Casale Monferrato punta a stoccare i vaccini anti-Covid
Healthcare cure concept with a hand in blue medical gloves holding Coronavirus, Covid 19 virus, vaccine vial
Il distretto industriale alessandrino ha presentato un piano per la conservazione e la distribuzione dei vaccini anti-Covid al Commissario Arcuri
Al momento non è giunta alcuna risposta dal Commissario per l’emergenza covid, Domenico Arcuri, alla candidatura del ‘Polo del freddo’ di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, a svolgere il ruolo di hub del Nordovest per lo stoccaggio e la distribuzione dei vaccini anti-covid.
La proposta – articolata in un dossier di undici pagine, messo a punto da “Casale Monferrato-Capitale del freddo”, marchio che riunisce oltre alle istituzioni le principali aziende locali del settore – è stata presentata qualche settimana fa dal sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi e dal presidente della Regione, Alberto Cirio. Il distretto del freddo alessandrino è una eccellenza nella produzione di frigoriferi: 30 aziende, circa 2500 addetti e un fatturato annuo di un miliardo e mezzo di euro.
“Casale Monferrato – dice il sindaco della città, Federico Riboldi – è capitale del freddo da 80 anni. Qui si sono prodotte le prime celle frigorifere ad uso commerciale e in dieci chilometri quadrati operano una trentina di aziende leader assolute in Italia nel campo della refrigerazione. La nostra non vuole essere una missione solo economica ma anche e soprattutto sociale in questa fase di emergenza per il paese”.
Per stoccare il vaccino della Pfizer Biontech, il primo che potrebbe arrivare in Italia a gennaio, anche se ancora in fase di validazione, servono stanze iper refrigerate, con una temperatura di meno 80 gradi. Per produrle servono dalle 10 alle 12 settimane, con un costo di diecimila euro a metro cubo.
Casale Monferrato, grazie alla sua posizione strategica tra Piemonte, Liguria e Lombardia e alla presenza di collegamenti autostradali, potrebbe servire e raggiungere facilmente circa 16 milioni di persone che vivono nel Nordovest del Paese.
“Sosteniamo con convinzione la proposta dell’amministrazione cittadina e del suo sindaco Riboldi – osserva il segretario generale della Cisl Alessandria-Asti, Marco Ciani –, affinché le autorità nazionali e il commissario Arcuri prendano seriamente in considerazione l’idea di utilizzare i frigoriferi casalesi a beneficio dell’intera popolazione italiana. Sarebbe a dir poco rocambolesco che le tecnologie all’avanguardia proposte dalle industrie pimontesi della refrigerazione, richieste in questi giorni da molte nazioni estere, anche tra quelle più evolute, venissero ignorate proprio dal governo italiano”.
Il Polo del freddo alessandrino riunisce soprattutto aziende di piccole e medie dimensioni, con un numero di addetti che oscilla tra le 70 e 150 unità. Una grande realtà del settore è il gruppo bresciano Epta, leader mondiale, con 6mila dipendenti, 6 marchi specializzati nella refrigerazione commerciale e un fatturato di 956 milioni di euro, che a Casale Monferrato occupa 600 lavoratori.
Il 75% della produzione Casalese va all’estero e negli ultimi mesi anche qui si è verificato una diminuzione degli ordini dovuto alla pandemia che ha fermato le attività di bar e ristoranti in tutto il mondo.
“In questo distretto industriale – spiega il segretario generale della Fim Cisl territoriale, Salvatore Pafundi – si costruiscono freezer per bar, ristoranti per la grande e piccola distribuzione, ma anche cestelli e cassetti per congelatori. È una vera catena del freddo. Il distretto Casalese ha tutte le carte in regola per raccogliere questa nuova sfida legata alla conservazione e distribuzione del vaccino”.
Rocco Zagaria (Da Conquiste del Lavoro dell’11 dicembre 2020)
Categoria: Focus