Filtri e realtà aumentata, che impatto hanno sulla società
Oggi, sempre più giovani, e soprattutto adolescenti, utilizzano filtri e app che “abbelliscono” e promettono di offrire l’aspetto desiderato. Lo fanno rimuovendo imperfezioni, cambiando forma al corpo e al volto e modificando tono e colore della pelle.
Non è ancora chiaro l’impatto che può avere l’uso prolungato della realtà virtuale e/o aumentata, ma sono prevedibili ricadute nella psiche, specialmente degli adolescenti, ancora nel pieno della loro identificazione, con conseguenze anche sulle relazioni con gli altri. Già uno studio del 2015, portato avanti dalle associazioni di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica notava come, la maggior parte degli utenti che si rivolgono al chirurgo per l’insoddisfazione causata dai propri selfie, hanno tra i 18 e i 25 anni; molti dei potenziali pazienti che prenotano una consultazione portano come esempio un selfie ritoccato come canone di bellezza.
L’onnipresenza di queste immagini modificate può avere un impatto sull’autostima, far sì che non si abbia una buona percezione di sé nel mondo reale, e agire come ‘detonatore’, portando a un disturbo “dismorfofobico”. Ciò si traduce in una preoccupazione eccessiva, fino alla paura, per la propria immagine e in particolare dei difetti che si percepiscono. Questa patologia, classificata fra i disturbi ossessivo-compulsivi, è molto più che una semplice mancanza di fiducia in sé stessi, perché chi ne soffre fa di tutto per cambiare il proprio aspetto fino a ricorrere appunto ad interventi chirurgici.
I filtri di ritocco si possono considerare come una conseguenza, come un’estensione del fenomeno dei selfie, ormai vecchio di decenni.
L’ascesa dei selfie parte nei primi anni 2000 attraverso MySpace, passando per Facebook ed il lancio di Snapchat nel 2011 ha segnato l’inizio dell’iterazione che vediamo oggi. Queste piattaforme social permettevano interazioni rapide tramite immagini ed il selfie era il mezzo ideale per comunicare visivamente le proprie reazioni, sentimenti e stati d’animo. Nel 2013, Oxford Dictionaries ha selezionato “selfie” come parola dell’anno.
I filtri disponibili sui principali social media stanno riscuotendo tantissima popolarità. Solo Facebook e Instagram affermano che oltre 600 milioni di persone hanno trasformato il loro aspetto mediante questi strumenti di Realtà Aumentata e/o Virtuale (AR e VR). Oggi, secondo Bloomberg, quasi un quinto dei dipendenti di Facebook, lavora su prodotti AR o VR e Mark Zuckerberg ha recentemente dichiarato che la realtà aumentata e quella virtuale saranno la prossima grande piattaforma mainstream.