Fabbricazione dell’auto elettrica, le aziende sono alla ricerca di nuove professionalità

giovedì 8 Luglio 2021 / Focus

Con una crescita a doppia cifra, il mercato dell’automotive elettrico si sta sempre più affermando come orizzonte della mobilità futura. E sebbene, a livello assoluto, i veicoli elettrici rappresentino solo il 2-3% del totale circolante su strada, l’industria sta puntando verso le quattro ruote a batteria. Un trend che modifica la componente della forza lavoro richiesta lungo tutto la filiera generando una nuova domanda di figure professionali e competenze. In gioco, infatti, c’è sia la sostenibilità ambientale che quella economica delle stesse case costruttrici.

Fondamentalmente c’è un driver normativo importante che sta generando una diffusione significativa della mobilità elettrica, ossia le normative che impongono la riduzione del 37% dell’emissione di Co2 entro il 2030. Questo ha forzato costruttori e componentisti a mettere in campo investimenti importanti nello sviluppo di un prodotto che risponda alle pressioni del regolatore e del consumatore.

L’associazione che riunisce gli operatori della filiera nazionale dell’automotive è in prima fila per favorire lo sviluppo di nuove professionalità a partire da un più stretto rapporto fra università e industria. Tra studenti e ricercatori universitari, le aziende cercano principalmente un mix di figure professionali molto diverso rispetto a quello di oggi: esperti in software, ingegneri dei materiali, ingegneri elettronici, ma anche persone che abbiano una competenza sulle infrastrutture come le smart grid (rete di distribuzione elettrica e/o di dati), le stazioni di ricarica, ecc .

Nel frattempo, però, è necessario lavorare con governo e istituzioni per avviare processi di reskilling al fine di dotare le persone già presenti in azienda delle competenze necessarie a sviluppare e cambiare le aziende stesse. Non fosse altro perché mettere una batteria in una vettura è cosa diversa da calarci dentro un motore termico. E per trasformare queste idee in realtà, l’università diventa un interlocutore privilegiato. Come nel caso di alcune aziende venete che operano nel campo dell’automotive che grazie ad una partnership strutturata con l’Università di Padova negli ultimi anni hanno saputo specializzarsi nell’ambito dell’engeneering elettrico; molti dei professionisti che lavorano in quelle aziende si sono formati al dipartimento di ingegneria industriale e meccanica. Da questo bacino, ancora oggi, vengono pescati profili specializzati che vengono segnalati fra gli studenti più meritevoli.

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