Emergenza sportelli poste, a rischio la piena operatività per mancanza di personale
Ad aprile al termine dello la stato di emergenza gli uffici postali dovrebbero ritornare alla normale operatività. Un ritorno alla normalità che potrebbe essere viziato dalla carenza di personale. A lanciare l’allarme è Beta Trajkova – coordinatrice per il territorio di Asti della SLP CISL – in una intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”. A seguire il testo dell’articolo:
Il primo di aprile dovrebbe cessare lo stato di emergenza sanitaria e la coordinatrice del sindacato dei lavoratori delle Poste Italiane, Slp Cisl, Beta Trajkova, lancia l’allarme. «Come già più e più volte segnalato, nelle opportune sedi aziendali e a mezzo stampa – racconta Trajkova – la situazione nella nostra provincia è sempre più grave, tale da provocare ricadute significative, sia sul carico di lavoro dei dipendenti che sul piano dell’ordine pubblico». Fortissima è la carenza di personale addetto agli sportelli delle Poste Italiane nella filiale di Asti, con una presenza sul territorio di 121 uffici postali e ben 180 sportelli, di cui tre in turno anche pomeridiano. «Da circa due anni, con l’inizio dell’emergenza sanitaria Covid 2019, numerosi uffici postali, piccoli e medi, sono stati chiusi o razionalizzati con aperture alterne, creando così notevole disagio all’utenza, esasperata dalle lunghe code che inevitabilmente si formano o dalle saracinesche abbassate degli uffici.» prosegue la sindacalista. Con il terminare dell’emergenza covid, almeno una ventina di uffici, aperti tre giorni la settimana, ora dovranno riaprire invece, sei giorni la settimana e tutti gli sportelli a orario ridotto dovrebbero ritornare ad orario pieno. Ma ci sarà il personale?
Secondo la coordinatrice del Slp Cisl, sarà molto difficile «Il problema della carenza di personale, che abbiamo più e più volte segnalato, è destinato ad aggravarsi. Le politiche attive messe in atto per compensare le ingenti uscite, mediamente circa 30 unità ogni anno, non sono state per nulla sufficienti a colmare i posti vuoti che si sono creati- e prosegue – per poter garantire un servizio efficiente e la giusta presenza sul territorio sarebbero infatti necessari almeno 30 sportellisti in più». Quindi, l’interrogativo che a questo punto il sindacato pone ai vertici aziendali è proprio: «Come faremo ad aprire tutti gli uffici postali? I pochi lavoratori rimasti sono sottoposti già ora a grosse difficoltà, molti “vagano” nelle colline astigiane, in base a distacchi del personale decisi magari all’ultimo minuto, senza poter fruire di pause videoterminalisti durante l’intera giornata e sottoposti a intollerabili pressioni».
Per evitare tutto questo diventa necessario, secondo Trajkova, richiedere all’azienda «un impegno forte e concreto per nuove assunzioni al fine di impedire l’apertura di uffici con personale ridotto al minimo e di evitare un ulteriore peggioramento del clima di lavoro negli uffici e del rapporto con i clienti.»
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