Consiglio generale Fim Cisl Alessandria Asti – ex ILVA, fabbrica e territorio, quale futuro…

sabato 3 Luglio 2021 / Focus

Novi Ligure, 2 luglio 2021, presso il Museo dei campionissimi si è tenuto il Consiglio Generale della FIM CISL Alessandria Asti. Un consiglio generale a tema, incentrato su “ex Ilva, fabbrica e territorio, quale futuro…” che ha visto la partecipazione di:

ROBERTO BENAGLIA – Segretario Generale Nazionale FIM CISL

VALERIO D’ALO’ – Coordinatore Nazionale ex Ilva FIM CISL

MARCO CIANI – Segretario Generale CISL Alessandria Asti

LUCA CARETTI – Segretario CISL Piemonte

SALVATORE PAFUNDI – Segretario Generale FIM CISL Alessandria Asti

RICCARDO MOLINARI – Capogruppo Lega alla Camera

FEDERICO FORNARO – Capogruppo LEU alla Camera

GIAN PAOLO CABELLA – Sindaco di Novi Ligure

DOMENICO RAVETTI – Consigliere regionale PD

PIERO BOTTINO – giornalista de “La Stampa” di Alessandria

Ha aperto i lavori Salvatore Pafundi ribadendo la necessità di un dialogo tra sindacato e istituzioni nazionali e territoriali, anche a fronte della distonia della CIG richiesta dalla Ex Ilva in un momento storico in cui il fabbisogno di acciaio è altissimo. Molti dipendenti di Novi Ligure sono sospesi in CIG da tempo, colpiti da pesanti riduzioni di salario; bisogna evitare che questo disagio si traduca in un vero e proprio problema sociale. La politica deve intervenire, fare delle scelte chiare e avanzare delle soluzioni.

A seguire gli interventi degli altri partecipanti

VALERIO D’ALO’

originario di Taranto, quartiere Tamburi ha fatto la cronistoria dello stabilimento tarantino a partire dal 2015, anno in cui la società è stata posta in amministrazione straordinaria.

Amministrazione contraddistinta da una pessima gestione finanziaria e da conflitti tra magistratura e politica, che interveniva a risolvere le questioni ambientali e di sicurezza a suon di decreti “salva Ilva”

Nel 2018 a seguito del bando di gara è subentrato a comando dell’acciaieria il gruppo AlceroMittal, in questa fase il sindacato ha ricoperto un ruolo fondamentale a salvaguardia delle 11.700 persone che vi lavoravano all’interno, oltre le 40.000 collegate all’indotto.

Non si può parlare di Ilva e tralasciare le questioni legate al diritto alla salute a discapito del diritto al lavoro; le organizzazioni sindacali su questo punto sono state chiare, non si può e non si deve rinunciare né all’uno, né all’altro; produrre acciaio pulito è fattibile, basta prendere ad esempio gli altri competitor Europei.

La soluzione passa attraverso la cosiddetta transizione ecologica che deve risolversi nei prossimi 5 anni; l’impianto della ex Ilva dovrà ricorrere alle nuove tecniche di produzione dell’acciaio con gas ed idrogeno.

RICCARDO MOLINARI – FEDERICO FORNERO – DOMENICO RAVETTI

Nel loro intervento hanno riaffermato l’esigenza di un Piano Nazionale della Siderurgia, che individui strategie di investimento ottimizzando al meglio le risorse provenienti dal PNRR.

La transizione ecologica ha senso se è perseguita su scala globale. È necessaria una nuova idea di società, che deve necessariamente reggersi sulla compatibilità tra ambiente ed industria.

Se non si riduce lo iato tra ecologia e produzione, le criticità legate agli stravolgimenti climatici si trasformeranno nel nuovo virus che ci affliggerà negli anni a venire.

L’acciaio è il sangue dell’industria; strategie produttive, investimenti e politiche ambientali sono temi fondamentali che richiedono un confronto serrato e continuo tra istituzioni, governo e sindacato.

MARCO CIANI – LUCA CARRETTI

Hanno incentrato il loro intervento sul territorio, ricordando la “bomba ecologica” dell’amianto di Casale Monferrato per arrivare alle recenti problematiche ambientali a Spinetta Marengo.

Il Sindacato è sensibile ai problemi ambientali, alla salute e alla sicurezza dei lavoratori; è necessario affrontare questi temi in specifici tavoli di sviluppo a tutti i livelli, da quello nazionale a quello provinciale. Servono regole chiare anche su immunità e scudi penali in materia ambientale (come all’ex Ilva di Taranto), di tutela della salute e dell’incolumità pubblica e di sicurezza sul lavoro.

Senza regole e senza una politica industriale comune corriamo il rischio di allontanare ancora di più gli investitori stranieri. Ci vuole un cambio di paradigma, una nuova mentalità ispirata all’Italia degli anni 50 e 60, quella del boom economico.

ROBERTO BENAGLIA

“I territori sono la leva della rinascita” così ha esordito il Segretario Nazionale dei metalmeccanici CISL, soprattutto in un mondo globalizzato che ha cambiato volto, governato dai nuovi sovrani industriali ovvero i possessori delle materie prime.

L’Italia è un paese industrializzato, ma povero di materie prime, questa carenza va compensata con lo sviluppo tecnologico e da processi produttivi innovativi e virtuosi.

Per ottenere ciò è indispensabile un piano industriale nazionale, frutto della concertazione tra forze politiche e Sindacato.

Ilva, o meglio “Acciaierie d’Italia” sono un tassello fondamentale del rilancio nazionale, bisogna evitare gli errori del passato tenendo in stretta considerazione i seguenti fattori:

  • I conti economici non vanno riassestati tramite una riduzione selvaggia dei costi fatta di tagli al personale e alla manutenzione degli impianti
  • Evitare il braccio di ferro tra proprietà e Stato
  • La sostenibilità ambientale nella produzione di acciaio è imprescindibile, va perseguita la transizione ecologica
  • Eventuali esuberi derivanti dalla riconversione ecologica del processo produttivo devono essere riqualificati e ricollocati

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