“Pronti ad accogliere tutte le persone che vogliono sentirsi a casa loro”. Pafundi riconfermato Segretario generale dal 2° Congresso della Fim Cisl Alessandria-Asti
Il tavolo della presidenza del Congresso Fim Cisl Alessandria Asti. In piedi a destra il Segretario generale Pafundi espone la relazione introduttiva a nome della Segreteria.
“Cambiamento e nuove sfide: nessuna paura per il futuro”. E’ questo lo slogan scelto dalla Fim di Alessandria-Asti, la Federazione cislina delle lavoratrici e lavoratori del settore metalmeccanico, che il 3 febbraio ha celebrato il suo secondo Congresso a Masio (AL), presso il ristorante ‘Losanna’.
Il Congresso ha eletto e riconfermato Segretario generale Salvatore Pafundi, che, ringraziando delegate e delegati, ha ricordato con soddisfazione come “il lavoro fatto da tutti abbia riportato la Fim territoriale dove merita. Siamo pronti ad accogliere tutte le persone che vogliono sentirsi a casa loro, non come ospiti, ma come investimento sulle generazioni future“; la Segreteria Fim territoriale sarà eletta in occasione del prossimo direttivo.
Sono intervenuti ai lavori Roberta Roncone, componente della Segreteria nazionale Fim, Antonio Sansone, Segretario generale Fim Cisl Piemonte, e Sergio Didier, Segretario generale Cisl Alessandria-Asti.
Il Congresso ha focalizzato l’attenzione su molteplici temi, uno su tutti quello legato alla crisi degli ultimi anni e alle sfide che vedono protagonista il territorio.
“Alessandria ed Asti sono province confinanti ma con tipologie produttive diverse, colpiti entrambi da una crisi profonda che ne ha di fatto bloccato lo sviluppo. Ma è giusto evidenziare – afferma Pafundi – che non tutte le crisi sono figlie del contesto economico che ha colpito il mondo negli ultimi otto anni, ma alcune di queste sono frutto di sciacallaggio da parte di imprenditori che hanno creato effetti devastanti in termini di occupazione”.
In questi anni il nostro Paese ha perso oltre un terzo del proprio tessuto industriale e con esso oltre 300 mila posti di lavoro solo nel settore metalmeccanico. E se a livello nazionale “è in ballo il futuro di oltre 65 mila operai oggi in mobilità, più gli oltre 86 mila in cassa integrazione, non possiamo nascondere la nostra preoccupazione sulle ripercussioni che in percentuale potremmo avere nel breve periodo sul territorio Alessandrino e Astigiano”, riflette il sindacalista.
Altro punto cardine la firma del nuovo Contratto Nazionale dei Metalmeccanici siglato il 26 novembre 2016, realizzato in un contesto economico e sociale molto complicato.
“Fare il contratto in queste condizioni, non è stato certo facile, ma il risultato è stato quello di firmare un contratto unitario e innovativo, che mette al centro il diritto alla formazione e rafforza il welfare aziendale. Un contratto che ha scritto una pagina importante per la storia di un settore tra i più importanti del nostro Paese”, rimarca Sergio Didier, Segretario generale Cisl Alessandria-Asti, ricordando le ultime iniziative messe in campo dalla Cisl con Cgil e Uil territoriali, attraverso la creazione di un Tavolo di Sviluppo della Provincia di Alessandria, insieme alla riattivazione di quello astigiano, al fine di riunire soggetti istituzionali, sindacali, datoriali ed individuare azioni utili a ridare ossigeno all’economia locale.
Ma il protagonista del dibattito è stato anche il futuro, quello dell’innovazione, dell’industria 4.0, dei giovani. “Non esiste una ‘generazione perduta’ se non vuole perdersi. Certo, rispetto alle generazioni precedenti, i giovani di oggi sono chiamati ad inserirsi in un mercato del lavoro più destrutturato. Nello stesso tempo la diffusione delle nuove tecnologie, soprattutto digitali, richiedono nuovi profili professionali”, viene sottolineato nella relazione introduttiva presentata da Pafundi a nome della Segreteria. “Ne deriva che le conoscenze e le competenze acquisite costituiscono per i giovani un vantaggio competitivo in una società la cui leva è l’innovazione: il problema riguarda il “valore” creato dagli investimenti formativi e la riduzione delle barriere che ancora rallentano la trasformazione di questo capitale in occupazione equamente remunerata”.
Il primo ad intervenire al dibattito è stato proprio un giovane, Angelo, delegato Fim presso l’azienda O/Cava Meccanica (AT):
“Sui giovani voglio dire solo una cosa al sindacato: non siamo una quota, siamo molto di più.
Non teneteci in panchina, vogliamo giocare da titolari”.Un altro ci racconta: “Prima di incontrare il sindacato avevo la mente più stretta, pensavo solo a me stesso. In Fim mi sento a casa, posso sempre dire quello che penso”.
Un altro è al suo primo congresso in Fim: era iscritto ad un’altra sigla e poi ha incontrato una nostra delegata, quella che sale sui tavoli della mensa a fare le assemblee e farsi ascoltare dai colleghi maschi. “La grinta della Gina non ce l’ha nessun altro”.
Sono le parole riportate da Roberta Roncone, componente della Segreteria Fim nazionale: “Ecco, un Congresso in fondo è questo: ascoltare prima di tutto chi dona tempo e impegno al sindacato nei propri posti di lavoro.
Le strategie da ‘fanta politica” le lasciamo a chi ha smesso da tempo di ascoltare le persone”.
P. Toriggia
Categoria: Attualità, Congresso 2017, Industria