Case di Riposo: molte le criticità dovute alla Pandemia. L’analisi di Stefano Calella
I molti decessi avvenuti nel corso delle diverse ondate pandemiche e le «uscite» di chi ha potuto trovare una soluzione diversa hanno svuotato le case di riposo che faticano a ricoverare nuovi ospiti. Non solo: manca personale sanitario e infermieristico, migrato negli ospedali costantemente alla ricerca di nuovi addetti per far fronte all’emergenza Covid.
Il tavolo di lavoro già costituito sotto forma di Osservatorio delle case di Riposo non sta rispondendo al meglio rispetto alle urgenze e alle criticità che si stanno presentando.
Di seguito un’intervista rilasciata a “La Stampa” da Stefano Calella Segretario Organizzativo della CISL Alessandria Asti che entra nel merito della crisi dei ricoveri per anziani legata alla pandemia.
I problemi sono vecchi, arrivano da lontano. E in una provincia che si caratterizza più che altrove per i capelli bianchi. i nodi vengono al pettine. Si lamentano acciacchi aggravati dalla pandemia che ha messo in ginocchio molte strutture. La crisi delle Rsa, nell’Astigiano come altrove, è dunque una delle conseguenze del Covid.
«Chi più e chi meno hanno tutte questioni generali o peculiari da dover affrontare aggravate dalla pandemia. Questioni che preoccupano non poco e che gettano ombre sul futuro – sottolinea Stefano Calella, segretario organizzativo della Cisl Asti-Alessandria – soprattutto nelle realtà medio piccole, quelle con non più di 90 posti. Non riescono ad assorbire le perdite causate dal Covid che pesano di conseguenza sull’equilibrio economico».
La ripartenza
Non solo. «La pandemia ha colpito duro, causando molte vittime. Ma ora gli inserimenti di nuovi ospiti sono più lenti, complicati dai protocolli sulle misure di sicurezza da adottare».
E c’è inoltre un clima pesante, di diffidenza: «Le famiglie non si fidano ancora, temono una nuova ondata di contaggi – sostiente il sindacalista – e ci sono pure risvolti drammatici legati alle lacerazioni nel tessuto economico provocate dal Covid: con la cassa integrazione o il mancato rinnovo di contratti di lavoro la pensione del congiunto anziano in molti casi si è trtasformata in una rilevante fonte di reddito da tenere in considerazione».
Una situazione difficile, a macchia di leopardo. «Ci sono realtà che hanno già un livello di efficientamento almeno al 95% altre che invece annaspano, in alcuni casi con la Fis ancora aperta» l’analisi di Calella.
I casi da affrontare
Le Rsa periferiche sembrano chiamate ad affrontare problematiche maggiori rispetto a quelle centrali e comunque vicine al capoluogo. Moncalvo e Castelnuovo Don Bosco sono emergenze venute definitivamente alla ribalta in questi giorni, ma da tempo istituzioni e sindacati sono al capezzale anche della Casa di riposo «Città di Asti».
«Qui c’è un nuovo commissario al lavoro – spiega – e pure qui c’è da fare i conti con un indebitamento molto forte». «Per questo – sottolinea ancora – sono assolutamente necessarie soluzioni ponte per affrontare la gestione quotidiana, a breve termine. Ma anche interventi più strutturati per garantire il presidio sul territorio».
E si fissano alcuni paletti. «Deve rimanere un presidio socio assistenziale – le parole del segretario Cisl – oltretutto la struttura è grossa e si presta a più soluzioni di carattere sociale, di pubblica utilità».
I soldi
Sullo sfondo il tasto dolente dell’adeguamento delle tariffe, comune denominatore alle Rsa, .
«C’è una copertura in concorso al 50% con le famiglie – indica il dirigente sindacale – Se si aumentano cresce anche il carico per loro. Ma d’altro canto, con le tariffe ferme visti i costi si generano problemi di equilibrio nei bilanci delle case di riposo».
L’assistenza
Altro capitolo, il personale. Il Covid ha messo in crisi le strutture anche rispetto alle professionalità.
«Per affrontare l’emergenza sono state effettuate assunzioni nella sanità pubbliche – conferma Calella – con le case di riposo svuotate di Oss e infermieri. Serve assolutamente un piano formativo e una programmazione rispetto ai profili professionali che occorrono: bisogna fare in fretta, il futuro è già oggi».
I compiti
A chi tocca cercare di districare la matassa?
«Con la pandemia è stato appositamente costituito un Ossevatorio delle case di riposo – afferma Calella – ma questo tavolo oggi non può essere considerato sufficiente. Le varie problematiche sono state oggetto di analisi anche al Tavolo dello sviluppo ma è assolutamente necessario avviare un dialogo più stretto con la Regione».
Articolo tratto da “La Stampa” di Asti
Categoria: Focus