Caro bollette. Le piccole imprese denunciano: “Senza aiuti immediati saremo costretti a chiudere”
L’aumento folle delle bollette è un altro duro colpo per le imprese. Il grido d’allarme arriva da parte di artigiani e piccoli commercianti: “un carico insostenibile, senza aiuti immediati è impossibile andare avanti”.
I piccoli imprenditori sono i primi a sentire gli effetti del caro energia e denunciano: “ai rincari in bolletta vanno aggiunti imposte e affitto, i margini di ricarico sono troppo bassi e non ce la possiamo fare, siamo costretti a chiudere”
Claudio Bruno, direttore Ascom Asti, commenta: “Speravamo che con la fine della fase più acuta della pandemia le piccole e medie imprese potessero riprendersi, invece si ritrovano afflitte dal caro-energia e della contrazione dei consumi a causa dell’inflazione” – prosegue Bruno – “La realtà è che il caro bollette, nel 2023, metterà a rischio chiusura oltre 120 mila piccole e medie imprese, e circa 360 mila posti di lavoro”
Da uno studio dell’Osservatorio Confcommercio-Numisma è emerso che i prezzi dell’energia in Italia sono molto più alti rispetto agli altri Paesi d’Europa, + 40-60% rispetto alla Germania, quasi del triplo guardando la Francia. Ad esempio se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6.700 euro per le bollette di luce e gas, quest’anno lo stesso bar potrà arrivare a spenderne 14.740
Le imprese attendono interventi strutturali per fronteggiare la crisi energetica e il pericolo recessione, come la necessità di fissare un tetto al prezzo del gas – contrastando la speculazione sui prezzi – introdurre strumenti per la garanzia sul credito e i ristori in funzione dei consumi e per fronteggiare il caro carburanti per il settore Trasporti.
Andrea Visconti, presidente Confesercenti Asti denuncia: “Il caro energia prosciuga la liquidità delle imprese, le attività sono in grave affanno considerati anche i tre anni di crisi dovuti alla pandemia. È impossibile gestire gli aumenti. È un virus che distrugge bilanci e attività”
Il Fondo di Solidarietà bilaterale dell’Artigianato, per fronteggiare l’emergenza, ha modificato lo statuto includendo il caro bolletta tra le motivazioni per la concessione di ammortizzatori sociali.
“Al momento sono 15 le aziende che stanno richiedendo da una a tre settimane di sospensione dell’attività” – spiega Giansecondo Bossi, direttore Confartigianato Ast – “i settori maggiormente coinvolti sono meccanica, panificazione, stampaggio plastico dove più alti sono consumi per macchinari e linee produttive. Ma i problemi si stanno allargando a macchia d’olio, anche le realtà di piccola dimensione, come parrucchieri, lavanderie, centri estetici stanno denunciando difficoltà a far fronte alle bollette”
Secondo la Confartigianato da qui a fine anno le imprese artigiane avranno extra costi energetici per 40 miliardi: “Un carico insostenibile se non si interviene velocemente imponendo un tetto massimo ai prezzi si rischia concretamente il blocco produttivo, anche in presenza di commesse che si erano accumulate nel periodo post-Covid”.
Finora molte imprese hanno stretto i denti in attesa di una soluzione politica che se non arriverà a breve costringerà le imprese – che hanno resistito alla pandemia – a chiudere
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