Al via la campagna FAI Cisl per combattere il caporalato: nuovo numero verde per raccogliere denunce

La Fai Cisl ha lanciato  la campagna “#SosCaporalato” contro lo sfruttamento nel lavoro agroalimentare, piaga vergognosa ed accettabile per un Paese che si definisce civile.

“Oltre a batterci, insieme alle altre organizzazioni, nelle opportune sedi istituzionali – ha spiegato il Segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota – avviamo questa campagna di civiltà con l’obiettivo di raccogliere, tramite numero verde e social, le denunce di quanti lavorano in condizioni di sfruttamento e illegalità nell’agroalimentare. Tutte le segnalazioni saranno preziose per ottenere un monitoraggio di massima sull’evoluzione del fenomeno e per dare voce a tante lavoratrici e a tanti lavoratori vittime di caporalato”. 

Il numero verde della campagna è 800.199.100, attivo dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 17, ed il venerdì dalle 10 alle 13.

“Quel 199 è anche molto simbolico – ha affermato Rota – essendo il numero della legge contro il caporalato, e sta a ribadire anche il senso divulgativo e informativo della campagna, visto che la norma è ancora poco conosciuta dalle persone coinvolte”.

La battaglia della Fai e della Cisl continua per la piena applicazione della gamba partecipativa e preventiva della legge 199, conquistata da quasi due anni grazie a una grande mobilitazione nazionale del mondo del lavoro agricolo.

Teniamo l’attenzione alta anche sul nostro territorio, dove occorre dare attuazione alle leve sociali  per una migliore gestione del mercato del lavoro, spingere sulla premialità legata all’adesione delle imprese alla Rete del lavoro agricolo di qualità, riconfermare gli accordi su progetti di sistema. La guardia del nostro Sindacato resta alta sui possibili tentativi di smantellare quanto di buono fatto fino a questo momento.

Il 9 agosto la Fai Cisl con le altre organizzazioni sindacali ha manifestato per le vie della città di Foggia, in seguito al gravissimo incidente che ha causato la morte di 16 persone che hanno perso la vita in un furgoncino mentre venivano portati a lavorare nei campi, per una manciata di euro al giorno.

-> Vai all’approfondimento sulla campagna contro il caporalato