Le aziende ferme per Covid-19 nell’Alessandrino ed Astigiano: “Servono nuove misure per gestire la crisi”
Anche l’industria del nostro territorio si trova a fare i conti con l’emergenza Covid-19.
Ad oggi non è ancora disponibile il numero totale di richieste di cassa integrazione (nove settimane, dal 9 marzo fino a maggio), ma la fotografia che abbiamo davanti è legata alla tipologia di produzione delle aziende, ovvero se inserite o meno nei servizi essenziali, dal momento che le attività che non rientrano in elenco di quelle essenziali, per decreto governativo, hanno dovuto fermarsi per contenere i’espandersi del virus e tutelare la salute di migliaia di lavoratori.
Nell’Astigiano il settore metalmeccanico interessa oltre 60 imprese e circa 3800-4 mila addetti: tra le aziende oggi in attività c’è la Lagor di Rocchetta Tanaro (produce nuclei per trasformatori) anche se con numeri fortemente ridotti, mentre nel settore della plastica continuano a produrre aziende legate alla filiera alimentare come la Alplast di Tigliole, la Astro di Baldichieri, e la Fra Production di Dusino S. Michele.
Ferme a causa dell’emergenza Covid-19 le aziende del comparto gomma che interessa poco meno di un migliaio di lavoratori: stop per i dipendenti della Vernay di località Val Rilate e anche la Pradella Matego di Villafranca; alla Rft di Villanova si parla invece di una possibile riapertura dopo Pasqua.
“Come Sindacato continuiamo a mantenere alta l’attenzione in materia di sicurezza – spiega Isidoro Gioiello, della Femca Cisl – come sarà la ripresa è la nostra preoccupazione principale”.
Anche per l’artigianato ci sono 9 settimane di cassa previste dal Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato con decorrenza dal 23 febbraio e da gestire fino ad agosto: 600 imprese interessate, oltre un migliaio di addetti.
“E’ chiaro che non è sufficiente e ci aspettiamo misure aggiuntive – sottolinea Stefano Calella, segretario Cisl Alessandria-Asti – La gestione di questa crisi si preannuncia tutt’altro che breve ed è assolutamente necessario che si mettano in campo tutte quelle iniziative in grado di aiutare il lavoratore a rimanere legato alla sua unità produttiva“…-> leggi il focus pubblicato da La Stampa ed.Asti
Nell’Alessandrino i dati forniti in queste settimane dalla Prefettura dicono che delle 54 mila aziende attive in provincia di Alessandria (si considerano tutte quelle con partita Iva), sono la metà circa, 27 mila, che possono continuare a lavorare -> l‘intervista a Marco Ciani, Segretario generale Cisl Alessandria-Asti, pubblicata da La Stampa
L’allarme della Fim Cisl terr.le: alcune aziende interpretano i codici ATECO in modo “creativo”, intensificare i controlli!
In una nota il Sindacato metalmeccanici della Cisl territoriale, con Fiom e Uilm, lamenta di aver appreso che alcune aziende metalmeccaniche della nostra provincia hanno deciso di chiedere deroga alla prefettura rispetto alle prescrizioni del DPCM del 28 marzo 2020: “Inoltre come abbiamo già denunciato agli organi di stampa alcune aziende interpretano in maniera “creativa“ i Codici ATECO, mentre altre convertono tali codici appositamente per rientrare all’interno dell’elenco previsto nel decreto; pertanto assistiamo alla trasformazione di molte aziende che producono beni non essenziali, in aziende i cui beni prodotti, improvvisamente, sono considerati essenziali, il tutto in autonomia e senza autorizzazioni…” leggi tutto
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