Amianto: sentenze, rischio, prevenzione, malattia professionale, risarcimento
Sì è svolto questa mattina, nella nostra sala Baravalle di via Tripoli 14, il workshop “Amianto: sentenze, rischio, prevenzione, malattia professionale, risarcimento”. Il tema è stato trattato insieme a: Sara Autieri (Operatrice del Dipartimento ambiente, salute e sicurezza della Cisl Nazionale, esperta del tema amianto e membra del comitato Fondo vittime amianto), Fabrizio Ferraris (Dipartimento Usr Piemonte Salute – Sicurezza, esperto in materia ed ex direttore Spresal di Biella), Silvia Levrero (Responsabile patronato Inas Cisl Alessandria, esperta in assistenza sociale e previdenziale), Stefano Calella, Segreteria Cisl Alessandria – Asti, Marco Ciani, Segretario generale Cisl Alessandria – Asti.
Nel nostro territorio, il protagonismo sindacale sul tema amianto ci ha visto per anni impegnati nel denunciare e mettere in evidenza il grave fenomeno di morte per malattia dovuta alla fibra di amianto. Nella zona di Casale Monferrato, i casi di mesotelioma e di altri tumori asbesto-correlati hanno avuto la più acuta e drammatica manifestazione.
Le vittime innocenti non meritano indifferenza e il sindacato deve continuare a lottare per costruire ulteriori tutele, prevenzione e previdenze. I casi giudiziari sulla vicenda Eternit sono caratterizzati da colpi di scena, spesso vergognosi, di condanne, prescrizioni o addirittura assoluzioni.
La Cisi di Alessandria si era anch’essa costituita parte civile in questa battaglia che grida giustizia non solo per il territorio, ma anche per l’intera nazione.
Alcuni dati
In Italia si registrano oltre 3000 decessi ogni anno e migliaia di persone continuano a rischiare di contrarre patologie legate all’amianto. I dati attuali e le stime future non sono confortanti: stiamo assistendo ad un picco di malattie, in particolare di mesoteliomi, tra il 2021 e il 2025.
Secondo i dati del rapporto ReNaM dell’INAIL (Registro Nazionale dei Mesoteliomi) sono almeno 1.500 le diagnosi di mesotelioma annue, mentre per i tumori polmonari e gli altri tumori asbesto correlati si stima dalle 3.000 alle 6.000 vittime
dell’amianto all’anno.
Un’emergenza e un dramma non soltanto di natura sanitaria, ma anche sociale e giudiziaria, visto che si continuerà a morire per lo stesso motivo per moltissimi anni, se non si interverrà concretamente e in modo definitivo.
Dopo la Conferenza Nazionale di Casale Monferrato del 2017, la Conferenza Stato Regioni e Autonomie Locali ha approvato il protocollo nazionale per la sorveglianza sanitaria degli esposti e degli ex esposti. Un risultato molto importante che necessita di continuità e che deve completarsi con un sistema di verifica della sua applicazione e dei risultati a livello nazionale.
Emergenza sanitaria e sociale
Nel Piano Nazionale di Prevenzione 2020/2025, viene dato ampio risalto alla problematica dell’amianto. Si ritiene quindi indispensabile declinare tali previsioni nell’ambito dei piani regionali e concretizzarle in un’azione sindacale volta alla continua difesa e sostegno dei nostri lavoratori.
Ad ogni mesotelioma riconosciuto di origine professionale dal ReNAM,
andrebbe automaticamente riconosciuta la malattia professionale da parte dell’Inail senza dover iniziare odissee burocratiche e insensate (vedi il caso Franco Di Mare).
Un aspetto sociale importante è anche l’agevolazione di accesso alla pensione per coloro ai quali viene diagnosticato il mesotelioma. Queste persone devono avere tutto il supporto e il tempo necessario per potersi curare nel migliore dei modi.
Alle vittime dell’amianto va assicurato, oltre al migliore percorso di assistenza sanitaria, anche un tempestivo supporto economico che li aiuti nella fase della cura delle patologie e di indennizzo nei casi di decesso, attraverso il Fondo delle vittime dell’amianto (FVA). Questi indennizzi vanno resi strutturali e non incerti com’è
accaduto fin’ora.
Dal punto di vista ambientale, i ritardi delle bonifiche fanno sì che sussistano circa 30 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto. Senza bonifiche e discariche non c’è “cura”, ma solo nuovi malati e purtroppo morti innocenti.
Per queste ragioni è necessario che il Governo metta in campo ulteriori risorse per piani di bonifica, a partire dalle scuole, dagli ospedali e altri edifici pubblici.
Come sindacato, dobbiamo continuare a fare la nostra parte. I nostri Rls e Rlst devono vigilare nei luoghi di lavoro per valutare condizioni di pericolo e sollecitare interventi come l’utilizzo dei bandi ISI dell’INAIL, che hanno lo scopo di incentivare progetti per il miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori.
L’accordo con i Rls deve essere però pre-condizione per accedere a queste risorse, in modo tale da essere informati dei rischi presenti.
Categoria: Salute e Sicurezza