Pernigotti, firmati gli accordi per salvare l’occupazione e mantenere la produzione a Novi Ligure
“L’incontro svolto al Mise sulla vertenza Pernigotti ha finalmente permesso di avviare il giusto percorso per il salvataggio industriale dello stabilimento di Novi Ligure, per i quali le lavoratrici e i lavoratori hanno lottato per quasi un anno: abbiamo toccato con mano ipotesi concrete e soluzioni utili per dare prospettive all’occupazione”.
Così la Fai Cisl nazionale (federazione agro-alimentare) commentando l’incontro del 6 agosto sulla Pernigotti, alla presenza del Ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio.
“Sono stati siglati accordi preliminari con la cooperativa torinese Spes per il comparto cioccolato e torrone, e con l’imprenditore Giordano Emendatori per il comparto gelateria, con l’obiettivo della reindustrializzazione del sito e del reimpiego di tutte le persone ad oggi in forza, ma il contratto si dovrà formalizzare
definitivamente entro il 30 settembre”, spiega Enzo Medicina, Segretario Fai Cisl territoriale, che aggiunge: “La produzione resterà a Novi Ligure. Oggi non si può ancora dire che la Pernigotti sia salva, ma certamente è stato compiuto il primo passo per andare nella direzione dell’occupazione di tutti gli addetti sul territorio, e a breve ci saranno incontri di sito e al Mise per gestire questi passaggi delicati”.
La Pernigotti, storica azienda dolciaria ed eccellenza piemontese, dal 2013 è passata al gruppo turco Toksoz , che il 6 novembre 2018 ha annunciato di voler chiudere lo stabilimento, cancellando con un colpo di spugna 160 anni di storia e 100 posti di lavoro, a cui vanno aggiunti i 130 lavoratori ex stagionali oggi assunti attraverso contratti di somministrazione (stagionali). Dallo scorso novembre la nostra mobilitazione a fianco dei lavoratori, insieme alle Istituzioni e alla cittadinanza, è proseguita senza sosta.
“La richiesta del sindacato di non delocalizzare all’estero ma di reindustrializzare il sito ha trovato risposte concrete, che dovremo approfondire nei prossimi incontri locali. Questa vertenza – conclude Medicina – dimostra come le produzioni e i marchi italiani mantengano appetibilità e capacità di rilancio grazie anche alle competenze di lavoratrici e lavoratori, e come non dobbiamo mai arrenderci davanti a crisi che spesso appaiono senza soluzione”.
-> La nota del Ministero dello Sviluppo Economico
-> Le tappe della nostra mobilitazione a fianco dei lavoratori
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